Alfredo Melidoro, videomaker barlettano

“Chi vive vicino alla Buzzi Unicem di Barletta ha un aumentato rischio di alcune patologie tumorali”. E’ stato questo uno degli allarmanti dati scientifici emersi ieri sera nel documentario girato dal regista pugliese Alfredo Melidoro. A spiegarlo è stato Agostino Di Ciaula, medico e coordinatore del comitato scientifico ISDE Italia, l’associazione medici per l’ambiente. “I cementifici sono pericolosi impianti industriali che provocano un aumento di PM10 nell’aria, micropolveri inquinanti causandone gravi danni alla salute” la motivazione addotta. Un interessante dato emerso è che le concentrazioni di alcuni di questi inquinanti sono direttamente correlate al numero di aborti spontanei e Barletta ne ha rilevati, solo nel 2013, un tasso pari al doppio della media regionale.

Il docu-film è stato proiettato ieri presso il cinema Opera

Nel Registro Tumori della Bat ha raccolto in città dati che raccontano di una significativa percentuale di mielomi nel sesso femminile. L’inquinamento atmosferico è una componente che si percepisce maggiormente nella zona industriale di Barletta e anche la falda è contaminata da elementi tossici per la salute come l’arsenico e altri metalli pesanti. “Lo dimostra la zona a ridosso della TIMAC, produttrice di concimi-hanno spiegato gli intervenuti-nella quale sono presenti emergenze dovute a queste falde che, attraverso le precipitazioni, defluiscono nel mare”. Dal documentario si evince che non è possibile monitorare i livelli dei metalli pensati nelle acque, in quanto la legge sulla balneazione prevede solo analisi battereologiche.MICROPALV-POLVERI SOTTILI ha quindi come obiettivo quello di informare i cittadini, auspicando l’intervento tempestivo della politica locale sia a tutela della salute che dei lavoratori. Il docu-film ha lanciato, infine, un messaggio propositivo concentrando l’attenzione sulla stretegia “Rifiuti Zero”, metodo innovativo che consente la chiusura del ciclo dei rifiuti senza conferire in discarica e senza incenerire. I rifiuti, in questo modo, non sarebbero più un costo ma una risorsa per l’economia del territorio.

 

a cura di Arianna Crudele