Per Carmine Doronzo, il sindaco Pasquale Cascella ha deluso le aspettative

 

A cura di Paolo Doronzo e Adriano Antonucci

 

Incontriamo nel suo studio di Palazzo di città il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, proponendogli un’intervista su diversi ambiti che riguardano l’attualità della situazione amministrativa della città; inizialmente ci soffermiamo sull’ambito strettamente politico che riguarda il suo mandato, dividendolo in due parti successive di cui proponiamo la prima di seguito e alle 13 la seconda. Le altre tematiche saranno trattate in successive puntate in cui abbiamo deciso di dividere questa lunga chiacchierata con il primo cittadino.

Da qualche mese abbiamo superato il giro di boa: sono passati oltre due anni e mezzo dalla sua elezione, culminando nel recente ‘rimpasto’di Giunta, che, di fatto, non ha cambiato di molto i nomi presenti nella sua Amministrazione. È stato solo un riequilibrio politico, dove il PD ne è uscito vincitore. Davvero crede che questa riconversione, del tutto politica, possa dare all’organo amministrativo quella spinta propulsiva offuscata da troppo tempo, con una crisi esistente praticamente dal suo insediamento?

“Sin dall’inizio c’erano state delle tensioni nel quadro amministrativo rispetto al quadro politico, già questo da idea delle difficoltà che l’Amministrazione ha dovuto affrontare. Al giro di boa, si è dovuto tener conto dei processi politici che hanno investito tutte le componenti del Consiglio comunale, sia di maggioranza che di opposizione, legati anche a dinamiche nazionali che guardano anche alle prossime scadenze elettorali, o nel nostro caso che guardavano alle scadenze elettorali appena passate, cioè le scorse elezioni regionali; in queste esisteva già una certa configurazione dell’alleanza di centro-sinistra che sicuramente non può prescindere dalle prossime scadenze Politiche. I rapporti particolarmente tesi e complicati si sono presentati anche da noi, non viviamo in un’isola felice separata da tutto e da tutti. In ogni caso vanno recuperate le lacerazioni del passato, come la distanza che ci ha separato nell’esperienza comunale con un partito sicuramente di sinistra come il Partito Socialista Italiano che tuttavia è rimasto alleato nelle altre competizioni elettorali, regionali o provinciali: dunque bisognerà immaginare un percorso comune in vista delle prossime amministrative. In secondo luogo bisogna tenere conto del fatto che le forze politiche si debbano sentire parte attiva dell’attività amministrativa e della visione della città a cui stiamo lavorando. Le situazioni sono complesse e ciascuno ci ha messo del proprio nell’allargare i punti di contrasto. La seconda parte della consigliatura ci deve consentire di superare questi limiti, sapendo che i problemi che la città sta affrontando richiedono un coinvolgimento pieno e di assunzioni di responsabilità nei confronti dei cittadini. Abbiamo ricevuto il mandato tutti insieme, non c’è un modo parcellizzato di assolverlo, ognuno dovrà rispondere per la propria parte”.

Il sindaco Pasquale Cascella auspica una seconda parte di mandato con più ampie convergenze politiche
Il sindaco Pasquale Cascella auspica una seconda parte di mandato con maggiori assunzioni di responsabilità nei confronti dei cittadini

 

All’inizio le dicevano di essere “troppo quirinalizio”, cioè di tenere un atteggiamento un po’ troppo formale assunto dal suo precedente incarico professionale a Roma, ora l’accusano di fare politica come Renzi, anche per via della maggioranza che si ritrova. Come risponde a chi ritiene che Lei vede l’esperienza barlettana come una parentesi? Per cosa sarà ricordato come sindaco di Barletta?

“Spero di essere ricordato come il sindaco che ha contribuito a recuperare dei dati distintivi dell’identità della città. Questo è un bene ‘immateriale’, però se ci si riflette attentamente si scopre che invece è legato profondamente alle trasformazioni che in città stanno avvenendo. Proprio al giro di boa abbiamo dato conto del lavoro che è stato compiuto: tante cose sconosciute o misconosciute, molte forse non propagandate come si doveva. Chiedo a chiunque di guardarsi attorno e di chiedersi se questa è la stessa città di due anni e mezzo fa. Un po’ tutti abbiamo la memoria condizionata dagli eventi politici, ma il segno di fondo rimane. L’ambizione che ho è quella di essere riconosciuto per il segno che Barletta potrà avere alla fine dei cinque anni, che non credo corrisponderà a quello di una città divisa, commissariata, indebitata, con quartieri abbandonati e senza progettazioni future, senza un Piano Urbanistico; una città che aveva perso perfino le sue forme più elementari d’identità. Sono le cose che stanno a dare valore ad un’esperienza”.

Paolo Doronzo intervista il sindaco Pasquale Cascella
Paolo Doronzo intervista il sindaco Pasquale Cascella

 

L’ex assessore all’ambiente, Irene Pisicchio, nei giorni scorsi è intervenuta con toni severi, e per un certo verso imbarazzanti: «il ricambio della giunta non è stato un cordiale congedo da un gruppo di lavoro. […]  Il sistema adoperato per mandarmi a casa, come si dice in gergo, è l’espressione della migliore archeologia politica», e ancora ha descritto il Sindaco come sempre asettico nei rapporti umani”.

“Le espressioni qualificano anche chi le ha fatte. Io credo di amministrare questa città con il senso della legalità, con costante richiamo al senso del dovere e del servizio pubblico, se poi questo debba essere inteso come “archeologia politica” ne sono orgoglioso. Tornare al momento in cui si faceva politica con spirito civile, mettendo davanti a tutto gli interessi della comunità; questo forse apparterrà al passato, ma deve tornare ad appartenere al futuro altrimenti non avremo futuro”.