A cura di Arianna Crudele

Era il marzo del 1975 quando centinaia di cittadini occuparono internamente villa Bonelli a Barletta. In quegli anni, la villa era l’unico polmone verde presente nella periferia della città e la paura che qualcuno potesse distruggerla era così tanta che una parte della cittadinanza decise di occuparla. L’idea nacque dal “Comitato di lotta del quartiere di Borgovilla”, forza politica alla quale partecipavano tutti i gruppi della sinistra extra-parlamentare dell’epoca (quasi tutti giovanissimi e molti studenti) e, in poche ore, la manifestazione raccolse adesioni della cittadinanza e la villa fu presto gremita di gente. L’edificio, ormai abbandonato, fu occupato senza sosta per tre giorni. Durante il corso della manifestazione furono organizzati spettacoli gratuiti, vari concerti e diversi dibattiti di natura politica e sociale.

Villa Bonelli a Barletta

Dopo circa un mese dalla prima manifestazione, il Comitato di lotta di quartiere occupò nuovamente la villa ma l’iniziativa non fu condivisa dall’opinione pubblica perché, nel frattempo, era stato già approvato un decreto regionale per la conversione e l’utilizzazione pubblica del grande parco. L’occupazione cessò due giorni dopo, prima che le forze dell’ordine procedessero allo sgombero degli occupanti.

Questa occupazione pose al centro del dibattito pubblico di quelle settimane la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del patrimonio architettonico, contro la speculazione edilizia. Anche per merito di questi giovani sognatori, la villa Bonelli fu acquistata dal comune di Barletta nel 1979 offrendo uno spazio verde ancora oggi disponibile all’intera cittadinanza.