Non possiamo non condividere l’emozione che ha coinvolto un cittadino di Barletta, distintosi sempre per il suo ruolo di mediatore fra i popoli, Badr Edin Fakhouri. Infatti, recentemente, il 26 maggio scorso a Milano presso l’elegante spazio per eventi del Ca’ Bianca, gli è stato conferito un importantissimo premio, intitolato “Eroe per i diritti umani”, giunto alla sua nona edizione, per chi si è contraddistinto in misura straordinaria per l’impegno a favore dei diritti umani, sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.  L’evento ha goduto del patrocinio della Regione Lombardia, l’Ambasciata della Repubblica Democratica del Congo a Roma e l’ONG United Planet Foundation del’Economic Social Council delle Nazioni Unite. Dunque l’ONU ha scelto di celebrare un cittadino adottato dalla comunità barlettana, ma resosi parte integrante del cordone solidaristico della città. Nelle passate edizioni sono stati insigniti di tale onoreficenza anche i calciatori Marcos Cafu, Gennaro Gattuso e Javier Zanetti, per il loro grande impegno nel sociale per tutelare la salute di bambini in diverse parti del mondo; o Jetsuma Pema, sorella del Dalai Lama

Badr Fakhouri
Badr Fakhouri

Badr, laureato ad Aleppo in lingue straniere, ha perseguito il proprio impegno a Barletta con l’associazione “Home & Homme – Onlus” , con cui prosegue il suo percorso in favore delle persone immigrate. Lo abbiamo incontrato nei giorni successivi la premiazione milanese per chiedergli delle impressioni ed emozioni per il conferimento di questo ambitissimo riconoscimento: «Quando sono arrivato a Barletta nel 1990, mi sono reso conto che non c’erano forme di assistenza che rispondessero alle necessità degli immigrati, di cui anch’io facevo parte, e per questo a poco alla volta, studiando le necessità del territorio, ho iniziato a lavorare per questo; all’inizio con corsi di formazione linguistica e poi anche professionali. Subito abbiamo ricevuto l’appoggio della scuola media statale “Manzoni”, che si è sempre distinta per grande apertura al tema dell’accoglienza, poi in seguito anche con altri istituti superiori di Barletta. Il sindaco che concretamente ha dato modo alla mia associazione di realizzare tali progetti è stato Francesco Salerno, con l’assessore di allora Roberto Tarantino, sposando appieno le nostre intenzioni progettuali e facendo partire lo sportello comunale degli immigrati». «Il mio primo ricordo barlettano riguarda un episodio calcistico e cioè la trasmissione dei Mondiali di calcio, appunto Italia ‘90, in un maxischermo in piazza Plebiscito, dove ho potuto seguirli. Quando ho ricevuto la comunicazione con l’invito per ricevere il premio via e-mail, pensavo si trattasse di un virus e non gli stavo prestando attenzione, infatti, ho dovuto ricevere più comunicazioni per crederci.

premio Badr Questo premio mi ha molto inorgoglito, ma il mio impegno non si conclude qui; perchè non ho mai lavorato in vista di una gratificazione personale. Naturalmente mi sento di condividere quest’attestazione anche con tutti coloro che nel corso della mia vita hanno collaborato alla realizzazione dei progetti umanitari che mi hanno visto protagonista. La dedica del premio è sicuramente generata dalla mia duplice anima: oggi non so se definirmi più italiano o siriano. Certamente non posso dimenticare le mie origini e il paese che mi ha offerto la possibilità di studiare e laurearmi, oltre cui sono affettivamente legato, la Siria, soprattutto in un momento così complicato e difficile, ma il paese che mi ha accolto aprendo le sue braccia, cioè l’Italia, merita la mia gratitudine».