A cura di Stefania Ricatti

 

Costruire «una società libera dall’autoritarismo, dal militarismo, dal centralismo e dall’intervento delle autorità religiose nella vita pubblica». Questa è l’intenzione di alcune comunità che in Rojava, una regione che si trova nel nord e nord-est della Siria hanno intrapreso il progetto politico del Confederalismo democratico. Questo sistema innovativo e la conseguente repressione attuata dalle forze militari turche  sono  stati i temi centrali di un incontro tenutosi ieri presso Il Cappero, organizzato da Collettivo Exit e Collettivo Cortocircuito, a cui hanno partecipato il giornalista Luigi D’Alife e l’attivista curda Ezel Alcu, rappresentante di UikiOnlus.

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Società e convivenza i due pilastri che hanno animato la discussione: «Il confederalismo democratico è basato su alcuni principi fondamentali, tra cui l’uguaglianza di genere- ha dichiarato Alcu- Nella società odierna abbiamo un sistema piramidale in cui la donna non è inclusa, mentre noi vogliamo creare un sistema circolare in cui la donna sia posta al centro. Ma l’uguaglianza non deve riguardare solo l’uomo e la donna. Ogni essere vivente ha diritto di vivere, per cui perseguiamo l’ideale di un’uguaglianza totale, in un clima di armonia con la natura e rispetto per la terra.  Ci hanno insegnato che una nazione deve avere una lingua, un’etnia, una religione, una bandiera. Questo non è assolutamente vero: tante etnie possono vivere insieme e costituire una nazione, perché prima di essere curdi, turchi o italiani, apparteniamo all’etnia umana. Ogni sistema ha la sua fine, lo stato-nazione ha fallito. La democrazia che proponiamo è una democrazia diretta, in cui ognuno ha un potere decisionale reale».

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«Il confine turco siriano è un confine di repressione e morte, ma anche di resistenza e lotta per i diritti- ha continuato  Dalife-La forza di questo movimento resistenziale ha spinto il presidente turco Erdogan a una durissima repressione, che si manifesta attraverso bombardamenti contro le città a maggioranza curda nel sud-est del paese,  accompagnati dall’imposizione del coprifuoco, con l’obiettivo di stremare la popolazione e costringerla all’emigrazione. Il coprifuoco è una situazione di totale privazione delle libertà: non è possibile uscire di casa, scuole e ospedali sono chiusi, mancano elettricità, acqua corrente, rete internet e qualunque tipo di collegamento con l’esterno».  Al termine del dibattito è stato proiettato un documentario realizzato da Luigi Dalife sull’assedio della città di Cizre, che ha mostrato la fierezza di un popolo che continua a resistere alla violenza, senza smettere di credere in un’idea di società basata sulla parità dei sessi, sull’uguaglianza, sulla convivenza fra etnie e popoli diversi.