Il 23 gennaio scorso, con Decreto Ministeriale n. 44, si è determinata una nuova organizzazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: gli uffici ministeriali sono stati accorpati, creando le Soprintendenze unificate “Archeologia, Belle arti e Paesaggio”, mantenendo soltanto nelle loro attuali configurazioni alcune strutture periferiche come i Segretariati regionali e i Poli Museali Regionali. Questo ha notevolmente coinvolto anche il nostro territorio provinciale, visto che la riforma prevede una nuova Soprintendenza Unica per le province di Barletta-Andria-Trani e di Foggia, con sede proprio in quest’ultima città. Già il 21 marzo scorso l’Archeoclub di Barletta, tramite il suo presidente Pietro Doronzo, aveva suggerito ufficialmente al sindaco Pasquale Cascella di attivarsi per la costituzione a Barletta presso Palazzo San Domenico di un Centro Operativo MIBACT, per tentare di sopperire alle difficoltà logistiche-strategiche per l’azione culturale nel territorio, comportanti da tale spostamento.

Immediata la reazione del Sindaco, il quale ha scritto a Eugenia Vantaggiato del Segretariato Regionale del Ministero dei Beni Culturali per la Puglia, caldeggiando la proposta dell’Archeoclub, anche per quanto riguarda la possibilità della sede nell’ex convento di San Domenico, per «condividere lo spirito di questo rinnovato contributo a dare impulso alla cultura come veicolo di crescita del territorio». Una nota ufficiale della Vantaggiato del 13 maggio ha inoltrato la richiesta del Sindaco, che ricordiamo essere anche assessore a interim alla cultura, agli organi nazionali di competenza del Ministero. La risposta, non positiva per la città di Barletta, giunge con una nota da Roma il 6 giugno scorso: «Si ricorda che questo Ministero, a seguito delle vigenti norme dello Stato relative alla spending review, ha realizzato un Piano di razionalizzazione in atto che ha come obiettivo principale la riduzione progressiva di tutte le sedi distaccate distribuite sul territorio. Questo anche in linea con quanto messo in atto dalla Riforma che prevede l’accorpamento delle Soprintendenze. Infatti, la dislocazione delle sedi sul territorio, anche se a titolo non oneroso per la locazione degli spazi, comunque comporta un notevole aggravio delle spese di gestione, oltre alla distribuzione del personale, già esiguo, sul territorio. Si ritiene, pertanto, di non poter condividere la richiesta pervenuta», con buona pace anche di alcune sigle sindacali che recentemente, anche se in ritardo rispetto al suddetto carteggio, si sono interessate alla questione sottolineandone l’importanza.