La cannabis veniva coltivata e lavorata nei pressi di vecchi casolari abbandonati. Le operazioni erano dirette da famiglie malavitose di Trinitapoli e le colture erano sorvegliate durante la notte. Nulla veniva lasciato al caso dai produttori di marijuana che in un campo al confine fra Cerignola e Trinitapoli hanno messo su una vera macchina della droga.

Il procedimento era dei più classici: le piante venivano irrigate con un sistema dotato di tubazioni e pompa per l’acqua, come quelli utilizzati comunemente nelle campagne, poi venivano raccolte e fatte essiccare per 4 giorni su delle pedane a ridosso del terreno. Secondo una stima fatta dai Carabinieri di Trinitapoli che hanno curato le indagini, sul mercato stava per finire il prodotto di ben 5.000 piante di cannabis con un valore totale di circa 5milioni di euro, considerando che le colture fossero fiorite e quindi ricche di principi attivi. Insomma, un raccolto di oltre 2 tonnellate che ha riempito 3 carri messi a disposizione dai contadini che hanno aiutato i militari nel trasporto della sostanza stupefacente.

Le manette sono scattate per un 44enne di Trinitapoli proprietario del terreno, ora posto sotto sequestro, e per il guardiano, un uomo di nazionalità bulgara, sorpreso in una casa diroccata a pochi metri dal raccolto con della marijuana che stava essiccando probabilmente per uso personale.