È arrivata ben oltre i confini della nostra provincia la notizia di una rapina compiuta in una farmacia di Barletta per mano di due minorenni, un quindicenne di Barletta e un diciassettenne di Trinitapoli, incastrati irrimediabilmente da una chat di Whatsapp. L’ingenuità dei ragazzi, che avevano intitolato il gruppo Whatsapp “A rapein”, unita al contenuto dei messaggi, scritti in un italiano sgangherato, in cui si discute di cosa indossare per l’ “occasione” e di dove nascondere il coltello, hanno fatto rimbalzare la notizia su note pagine Facebook e giornali, che hanno ironizzato sull’accaduto. Se ne è parlato anche ai microfoni della nota Radio Deejay, durante la trasmissione “Deejay chiama Italia”.

«Ogni tanto i giornali riportano notizie con un risvolto ridicolo, anche se involontariamente- ha anticipato il dj Linus- Vi riportiamo la storia di questi due “disgraziati” che a Barletta sono andati a fare una rapina, facendo tutto quello che non bisognerebbe fare. Dopo neanche cinque minuti i carabinieri li hanno beccati». Dopo di che Linus si è cimentato in una esilarante lettura dei messaggi imitando l’accento pugliese.
Sicuramente, l’ingenuità dei due piccoli geni del crimine suscita una risata, ma sarebbe anche il caso di riflettere sull’accaduto.

Due minorenni hanno organizzato e portato a termine una rapina in farmacia, armati di un coltello, e proprio il canale di comunicazione da loro utilizzato per organizzare il gesto è stato fondamentale per incastrarli. Forse progettare un crimine attraverso un canale virtuale rende la cosa meno reale, più facilmente realizzabile, e la trasforma in una missione da compiere, simile a quelle dei videogiochi. Probabilmente i due ragazzi avrebbero comunque trovato il modo di organizzare la rapina senza l’uso degli smartphone, ma è innegabile che i ragazzi di oggi hanno tra le mani un oggetto potente, che provoca spesso uno straniamento dalla realtà e spinge ad azioni sconsiderate e impulsive.