C’è una Barletta diversa, una Barletta che ama la cultura, ne ha sete e la cerca, abbeverandosi in quelle occasioni, non poi così rare, in cui la cultura stessa si avvicina ai cittadini, mostrandosi accessibile e feconda. Perché la nostra città di cultura e di storia ne ha da vendere. Perché la bellezza della fecondità artistica antica, e alle volte anche contemporanea, ce la ritroviamo ad ogni passo, ad ogni angolo della spettacolare piccola città della Disfida affacciata sul mare.

Ancora una volta la cultura si è proposta ai cittadini, quando nella scorsa giornata, per festeggiare il 171° anno dalla data di nascita del nostro illustre concittadino, Giuseppe De Nittis, il museo del Palazzo della Marra, denominato “Casa De Nittis”, con l’esposizione delle opere dell’impressionista barlettano, donate alla nostra città dalla moglie Leontine Gruvelle, è stato reso accessibile gratuitamente ai visitatori, registrando un altissimo livello di visite nell’arco della giornata.

Abbiamo così iniziato il nostro percorso di mostra con grande stupore, sin da quando, all’ingresso, siamo stati accolti da un giovanissimo studente di scuola media che, con una maestria degna delle migliori guide professionali, ci ha introdotto alla visita. Proseguendo, ogni sala veniva illustrata da diversi studenti, ciascuno specializzato nella spiegazione di un’opera particolare o di alcune serie specifiche. Come ci hanno spiegato alcune insegnanti che portano avanti il progetto di formazione targato Fai (Fondo Ambiente Italiano), intitolato “Apprendisti ciceroni”, in collaborazione con la scuola media statale Giuseppe De Nittis, “i ragazzi sono entusiasti di partecipare a queste attività, dimostrando una propensione ad apprendere ed esporre che, anche in casi in cui questa non si dimostri nelle ordinarie attività scolastiche, ha modo di emergere in occasioni così altamente formative”. Nel pomeriggio inoltre alcuni giovani studenti hanno potuto partecipare al laboratorio di acquerello predisposto dalla professoressa Giorgia Allegretta, responsabile del progetto, coadiuvata nelle attività dalle professoresse Dimatteo Maria Sterpeta e Rizzi Rosalba.

Il percorso proseguiva poi offrendoci uno sguardo stupito sul De Nittis già noto, quello che sentiamo profondamente nostro, quello dei paesaggi pugliesi, dei colori parigini, della bella Leontine e dei ritratti, l’impressionista che dal vivo non smette di stupire seppur con immagini radicate nel nostro bagaglio culturale.

Un altro De Nittis però ci attendeva al varco, quello inaspettato, il pittore della malinconia e delle tempeste, dell’esplosiva primavera e dei fiori rigogliosi, un De Nittis che merita di essere celebrato in quanto patrimonio culturale nostrano, un pennello partorito dalle viscere della nostra città, quell’uomo di cui non si può che essere fieri e che moltissimi cittadini hanno onorato di una visita nel giorno della sua nascita.