Pasquale Cascella

E’ positivo il commento del sindaco di Barletta Pasquale Cascella dopo l’ultimo consiglio comunale, che ha condotto all’approvazione del Bilancio 2017, documento fondamentale per un’amministrazione: «Il bilancio di previsione per il 2017,  l’ultimo del mandato elettorale, è stato approvato. Non era scontato che si superasse quest’altro passaggio critico. Sebbene alcune assenze in Consiglio comunale fossero ben giustificate (non tutte, a dire il vero), non è mancato il tentativo di far saltare il numero legale con una mossa ostruzionistica talmente demagogica da offendere persino il rispetto umano.  Ma i numeri servono a poco di fronte alle obbiettive difficoltà con cui il Consiglio comunale ha dovuto misurarsi sin dal suo insediamento. Non lo si è mai negato».

La crisi politica resta nel mirino: «Ma ci si deve pur chiedere- sottolinea Cascella- riflettendo sulla sorte della precedente consigliatura, se la crisi non venga da più lontano e se investa la sola maggioranza e non anche l’insieme della rappresentanza politica, tanto più ora che il quadro politico nazionale è anch’esso scompaginato da conflitti interni agli schieramenti ai partiti. E’ in queste condizioni che si è lavorato e si lavora: non ci si arrende agli interessi particolari, ma si prova a recuperare, attraverso lo scontro su posizioni diverse se necessario o il confronto se utile, qualche risultato per la città. Basti pensare agli impacci burocratici e alle difficoltà politiche affrontate per le opere di urbanizzazione e i progetti di rigenerazione della 167. O alle visioni, persino trasversali, sulla nuova strumentazione urbanistica. Eppure non sono mancate scelte sostenute da più larghe assunzioni di responsabilità all’insegna del bene comune, come è accaduto soltanto pochi giorni fa sui diritti di superficie e sul regolamento per il verde pubblico. Le abbiamo favorite, mai avversate, e anche questo risponde a una concezione dirimente sul piano dell’agibilità politica. E uso non a caso questa espressione, apparentemente più limitata rispetto a quella della stabilità, ma in realtà più solida giacchè nessuna contrapposizione autorizza a disertare i compiti che derivano dall’appartenenza all’istituzione comune».

«Se in Consiglio comunale si rinuncia a esercitare la propria funzione politica, se l’interesse di parte prevale su quello collettivo, se si nega la reciproca legittimità, allora anche questa istituzione entra in crisi e viene messa in discussione la stessa ragione democratica- sottolinea la nota del primo cittadino- ecco perché si deve essere grati a quanti hanno ritenuto di dover percorrere l’ultimo tratto dell’arduo percorso di questa consigliatura: dalle forze politiche partecipi della amministrazione ai consiglieri che ora si trovano in posizione critica, ma anche a chi ha avvertito di dover recuperare spazio a una corretta dialettica. Per quanto spettacolari possano apparire i pregiudizi e le pregiudiziali, una volta tanto non è calato il sipario dell’antipolitica. Resta, è vero, il disfacimento di un sistema che, a ogni livello, ripropone l’assillo morale, che è anche di dovere civico, del rispetto del mandato che la comunità cittadina consegna a ciascuna parte. Chiediamoci se sia possibile cogliere questo tempo per contrastare diserzioni, inerzie e irresponsabilità che penalizzano la città per favorire “qualcosa di nuovo”. Se così è,  allora, misuriamoci tutti non solo su quello che in quest’anno di tempo può essere portato a compimento, assumendo ciascuno il riferimento dell’interesse collettivo, ma anche sulla costruzione di alleanze politicamente solide attraverso una ricerca consapevole e coinvolgente dei cittadini».