Per meglio chiarire i diversi punti di vista dopo l’ultima seduta consiliare del 17 maggio scorso, scioltasi per assenza di numero legale sul punto che riguarda le interpellanze e interrogazioni dei consiglieri comunali al Sindaco e alla Giunta, abbiamo incontrato la Presidente del Consiglio comunale, Carmela Peschechera.

Art. 51.3:In caso di mancata risposta scritta entro il termine di trenta giorni, l’interrogazione è iscritta all’ordine del giorno della prima seduta successiva del consiglio”. Come mai ci sono ancora interrogazioni che risalgono addirittura al 2014? Perche discuterne più di trenta tutte insieme nella scorsa seduta? 

«Quando mi sono insediata, ero assolutamente nuova all’esperienza del Consiglio comunale, c’era già una prassi tramite la quale venivano seguite alcune regole: la mia esperienza di avvocato mi ha spinto a documentarmi. La prassi è fondamentale in un Organo istituzionale di competenza politica, e comunque tutto ciò che viene deciso, lo discuto nella Conferenza dei capigruppo molto democraticamente, perché se si riesce ad addivenire a decisioni condivise è sicuramente preferibile. La consuetudine di calendarizzare le interpellanze e interrogazioni è stata attuata fino a qualche mese fa prevedendo la discussione in ogni Consiglio comunale, dopo si è data la precedenza a una serie di Delibere urgenti. Seguo il principio per cui non voglio lasciare nessun tema inevaso quando andrò via: per questo ho ritenuto di discutere tutte le interrogazioni accumulatesi. Anche da parte dei consiglieri richiedenti ci deve essere la giusta sollecitazione ad affrontare le interrogazioni per tempo. Già nel 2016 avevo proposto, in una conferenza di capigruppo, di calendarizzare una seduta con tutte le interrogazioni pendenti, per dar risposta alle diverse problematiche. I ritardi, senza voler assolvere nessuno, sono stati causati anche dai vari avvicendamenti di assessori per la crisi politica che tutti conosciamo, e che sicuramente non ha agevolato la corretta attività degli uffici.  La maggior parte delle interpellanze ricevono risposte scritte, solo quelle orali dovrebbero essere affrontate in Consiglio per non creare ulteriori perdite di tempo e spettacolarizzazioni Ad oggi mi risulta che sia stata data risposta per iscritto a tutte le interrogazioni pendenti fino a pochi giorni fa».18362734_10211518561453090_1586521922_o

Il consigliere comunale del gruppo socialista di opposizione e Presidente della Commissione “Controllo e Garanzia”, Ruggiero Marzocca ha dichiarato: «Quanto accaduto nell’ultimo Consiglio comunale (di mercoledì 17 maggio scorso, n.d.r.) è lo specchio di un’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Cascella dove regna l’incertezza».

«L’opposizione deve fare l’opposizione: è utile quando si va a sottolineare le carenze dell’Amministrazione, ma ciò non sempre avviene. Non possiamo nascondere che ci siano delle difficoltà nella macchina amministrativa; poi ci sono le difficoltà dovute alla mancanza di dialogo tra le forze politiche, anche e soprattutto di maggioranza, con l’Amministrazione. Sarebbe auspicabile un’opposizione di contenuti, capace d’intervenire su specifiche tematiche, svolgendo il suo ruolo di “alternativa” all’Amministrazione, che non si limiti a una critica generica».

Ancora un consigliere di opposizione, Carmine Doronzo (Sinistra Unita), presidente della Commissione consiliare Cultura, anche lui tra i soli 10 consiglieri rimasti in aula il 17, ha detto: «Un “velo pietoso” andrebbe “steso” sulle risposte, o presunte tali, che in fretta e furia gli uffici competenti si sono affannati a dare agli increduli consiglieri. Alcune prive di data, altre scritte a penna, altre firmate dai dirigenti nonostante le interrogazioni fossero indirizzate al Sindaco (e alla sua Giunta)». Denunce su cui il suo ruolo di presidente della Assemblea del Consiglio comunale dovrebbe intervenire?

«Ognuno ha le responsabilità del ruolo istituzionale che svolge; il Regolamento del Consiglio comunale offre la possibilità agli assessori di risposta scritta in 15 giorni per l’interrogante assente. Se ciò non avviene, bisogna tener presente anche le dinamiche politiche che determinano tali scelte. Quando mi sono insediata mi hanno accusata di far troppo “l’avvocato” perché mi basavo molto sul testo del Regolamento ma con l’esperienza ho capito che bisogna contemperare il rispetto delle regole con le legittime richieste della politica, che poi sono date dall’ascolto dalle domande dei cittadini, e anche alle responsabilità amministrative di ognuno. La risposta firmata soltanto dal Dirigente sottolinea la mancanza della politica, segnando una distanza, o in alcuni casi l’assenza, della stessa. Questa è una politica in crisi. Per quanto riguarda gli orari di convocazione, in ogni realtà, anche di altre città, è già regolamentata l’inammissibilità di chiudere una seduta consiliare così facilmente dopo una conta del numero legale: non si può dopo quindici minuti pensare già di mandare all’aria la seduta, sprecando soldi e tempo utile alle questioni che riguardano la città, prima di arrivare alla scelta più drastica. Per questo stiamo preparando un nuovo testo di Regolamento di cui è già pronta una bozza, consegnata proprio la scorsa settimana alla conferenza dei capigruppo, che espliciterà anche tale questione

A parte le questioni riguardanti l’ultimo Consiglio comunale, non le sembra che ci sia uno strano atteggiamento di contrasto fra maggioranza che l’ha eletta presidente, anche se non con poche difficoltà ricordiamolo, e lei?

«La critica per chi ha un ruolo super partes, come quello di Presidente di un’Assemblea, può essere valutato positivamente a garanzia della terzietà del suo ruolo, garantendo il ruolo fondamentale delle minoranze. Posso sembrare troppo rigida nel rispetto delle regole, ma la distanza non l’avverto con i consiglieri. Certamente nel Partito Democratico, cui appartengo, negli ultimi mesi ci sono stati diversi problemi di coesione, anche per l’assenza per diverso tempo del Segretario cittadino che ha un ruolo fondamentale di raccordo tra le diverse componenti del gruppo consiliare, che e anche quello di maggioranza relativa».