Assistiamo a un momento positivo che investe il recupero e la riqualificazione di strutture dal grande valore storico-culturale per la città, curate dall’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie; per questo ne abbiamo voluto parlare con mons. Angelo Dipasquale, Economo diocesano e arciprete della Cattedrale di Santa Maria Maggiore di Barletta.

«Ritengo che sia importante riscoprire i valori dell’identità storica del territorio, che stiamo realizzando, come Diocesi, attraverso il recupero e la riqualificazione di questi Beni che appartengono innanzitutto alla memoria di una Comunità. Per far questo, chiaramente, è necessario un sostanzioso intervento economico, per sostenerne praticamente le spese: ci sono diversi canali di finanziamento per queste opere, non dimenticando le attenzioni necessarie come la programmazione e la rendicontazione».

Da poco è terminato il restauro di una parte dell’ex convento di Sant’Andrea per le attività parrocchiali dell’omonima chiesa.

«Ricordiamo che a Barletta abbiamo testimonianze di nove conventi di varie epoche, fino ai primi dell’800 questi erano utilizzati normalmente per i fini religiosi, poi fino al Concordato dei Patti Lateranensi (1929) sono stati adibiti a funzioni sociali per le comunità locali. Con il Concordato una parte di questi viene restituita alla Chiesa per attività cultuali e culturali (secondo il principio della Congrua pars), lasciando il resto al patrimonio pubblico. Nella fattispecie, una piccola parte dell’ex convento di Sant’Andrea è stata restituita all’ambito parrocchiale, con un atto decisamente ritardatario, perfezionato solo nel 1999 con il sindaco Maffei; si tratta comunque di 200 mq circa, una piccolissima parte rispetto all’interezza della struttura per cui siamo adesso preoccupati di eventuali danni a causa del degrado del resto per cui è auspicabile un recupero; per questo si è potuto usufruire dei finanziamenti dell’8×1000».18676553_10211521210159306_1200850108_o

L’ex convento di Sant’Antonio (iniziato nel XVI sec.), nell’omonima via. Dopo la soppressione murattiana (1809) è stato adibito a caserma sino al 1941 e poi a uffici comunali. Recentemente la convenzione con il Comune di Barletta.

«Su questo sito bisogna precisare che il criterio della Congrua pars non è stato istituito; l’originale grandezza del convento era molto più ampia rispetto alla struttura oggi esistente. Attualmente la struttura consta di circa mq. 800 distribuita su due piani di proprietà comunale, che, attraverso una convenzione di comodato d’uso gratuito cinquantennale stipulata lo scorso anno fra la Diocesi e il Comune, sarà adibita a museo diocesano. Grazie a questa convenzione è stata possibile la candidatura a finanziamenti. L’idea progettuale è stata ricavata da un lavoro di alcuni decenni fa dell’arch. Mauro Civita, di realizzare un’area museale annessa alla chiesa non adibita al culto. I finanziamenti sono in gran parte della Comunità Europea con il cofinanziamento dell’Arcidiocesi e del Comune, che ha contribuito con dei lavori strutturali; l’idea è quella di un museo diffuso, in rete con gli altri della Diocesi: a Barletta affiancherà i musei della Cattedrale e del Santo Sepolcro».

Tra i piccoli gioielli del centro storico ne spiccano due in cui si notano i lavori di restauro da qualche settimana: la Chiesa ortodossa di San Giorgio risalente al XII sec.

18674844_10211518565493191_1641122244_o«Storicamente molto importante perché antichissima, anche se non si tratta di una chiesa di grandi dimensioni: una delle due chiese della numerosa Comunità greca-ortodossa di Barletta dell’epoca; ha dato l’intitolazione alla via su cui insiste nel centro storico, pur non essendo molto conosciuta dagli stessi barlettani perché per molti decenni adibita ad altri usi. Oggi, esistono diversi flussi migratori provenienti dall’Est (Macedonia, Romania, Serbia, ecc.) che troverebbero disponibilità di un luogo di culto in questa struttura. Si tratta di un’esperienza simile a quella realizzata a Trani con la chiesa di San Martino affidata alla comunità rumena».

…la chiesetta di San Michele (già detta di Ognissanti e Santa Maria della Strada) anch’essa del XII sec., situata in via Cialdini.18675252_10211518564653170_1793829513_o

«Il culto di San Michele sarà qui espletato, e anche visibilità sarà data all’affresco della Madonna della Strada. Non tutte le chiese possono essere officianti regolarmente; perciò si dovrà pensare alla gestione per la fruibilità».