Avrà il via questa mattina, con partenza in treno alle 11.30, il pellegrinaggio della Sottosezione della “casa famiglia di via Regina Margherita Fondazione Lamacchia” Barletta a Lourdes con il “treno bianco”.  Il viaggio sarà diviso in due tronconi: partenza oggi e ritorno il 20 per chi si muoverà in treno. Avvio il 15 e rientro il 19 per chi si sposterà in aereo in direzione Francia. «Invitiamo tutti a salire su quel trenino, ti cambia l’anima e lo spirito –spiegano dall’Unitalsi- si torna a casa con una ricchezza che non può essere quantificata». Tra i protagonisti del viaggio organizzato dalla casa famiglia barlettana c’è anche Angelo Nardelli, 46enne scrittore tarantino, ma barlettano “di adozione”. Una carrozzina come fedele compagna dalla nascita, quasi mezzo secolo di vita tra scrittura, analisi interiore e un profondo impegno sociale, da tre lustri residente nella struttura assistenziale barlettana. Dopo averci messo nei suoi libri di fronte alle sue dure, per qualcuno forse insuperabili, esperienze di vita, a volte subite, molto più spesso affrontate vis-a-vis, Nardelli racconta dell’esperienza di Lourdes, che la casa-famiglia e i suoi componenti si apprestano ad affrontare.


«Per me il viaggio è motivo di speranza, di fede interiore. La gente ci va per trovare dentro qualcosa: io racconto la mia esperienza personale. Quando ci sono andato la prima volta, ero ateo, poi mi sono convertito, è un posto che trasmette una magia difficile da spiegare». Da allora è diventato «uno dei promotori di questi viaggi con l’Unitalsi. Vorrei invitare tante persone a condividere questo percorso, che aiuta a capire un percorso di fede e ti spiega cosa sia Lourdes. Capisco che c’è crisi, ma credo sia un’esperienza che tutti debbano vivere, ti cambia nello spirito e nell’anima. Devo dire grazie a coloro che mi sostengono e incoraggiano da 15 anni, e grazie a tutti i dipendenti della fondazione che hanno fatto sì che i disabili fossero protagonisti della loro vita. Io devo essere orgoglioso di quanto avviene nella Casa-Famiglia, e vado avanti grazie a quello che loro mi hanno dato e continuano a dare ogni giorno».