Identità e tradizione: sono queste le parole d’ordine con cui interpretare il senso della festa patronale, le lenti con cui leggere il vero significato intrinseco di storia, religiosità e appartenenza. Anche quest’anno si è conclusa, come di consueto per la seconda domenica di luglio, la festività più discussa nella città di Barletta, più amata da molti e più contestata da altri. Le polemiche, come spesso accade per queste occasioni, non sono certo mancate e non mancheranno neanche nelle prossime ore. Già l’arrivo della Madonna dal suo Santuario dello Sterpeto poco fuori città, come vi abbiamo prontamente raccontato sulle nostre pagine, è stato il motivo di una serie di botta e risposta riguardante il cosiddetto “inchino” alle aziende Timac e Buzzi, coinvolte a diverso titolo in procedimenti giudiziari riguardanti reati ambientali; a far discutere in queste ore saranno i vari commenti dei cittadini sullo svolgimento e organizzazione della festa. Sabato è iniziato il Triduo, che mescola il sacro con il profano, ma subito sono apparse le prime critiche sui social e nei bar del giorno dopo, scagliandosi contro chi volutamente abbandona la città proprio in quelle giornate, approfittando del giorno di ferie in più e riferendosi ad un’ostentazione popolare che poco avrebbe a che vedere con la tradizione; prime critiche per le luminarie come ogni anno, su cui invero si potrebbe applicare maggiore attenzione di spesa per le prossime feste patronali visto che sempre più città rendono proprio l’attività delle “illuminazioni” un motivo di attrazione. La domenica è, come noto, il momento principale dei festeggiamenti, soprattutto grazie alla solenne processione che accompagna i due patroni, l’icona bizantina della Madonna dello Sterpeto, tutta addobbata con le preziose donazioni dei fedeli, e il busto argenteo di San Ruggero; anche quest’anno una grandissima e sentitissima partecipazione di fedeli, e non, per le strade del centro cittadino. A concludere la domenica, come di consueto, lo spettacolo pirotecnico: negli ultimi anni quest’era stato una bella occasione per presentare uno spettacolo piro-musicale nella coreografia del Castello, molto apprezzato, ma quest’anno si è tornati indietro con l’appuntamento a mezzanotte per le “batterie” sul mare. Lo spettacolo musicale di lunedì ha visto un nome di non grande rilevanza nello scenario artistico del momento, come meriterebbe l’appuntamento estivo.

Il semplice spettacolo dei fuochi d’artificio, che ormai si vedono spessissimo durante l’anno, non offre più lo stesso impatto di prima; le tradizionali bancarelle, sempre affollatissime perlopiù per curiosità, non offrono novità; le luminarie devono sorprendere; il Luna Park non è certo un appuntamento esclusivo; le attrazioni musicali, siano bandistiche o del concerto del lunedì, dovrebbero evolversi per una festività che si propone anche come attrattore turistico visto che, vuoi o non vuoi, fa parte dell’estate barlettana. Non si dovrebbe snobbare a prescindere, ma si creino le motivazioni per attrarre tutti, non può essere una festa fine a se stessa: ad uso e consumo soltanto di una parte di barlettani. Certamente, le polemiche a cui facevamo riferimento all’inizio, hanno riguardato anche il fattore economico: il Comitato per le Feste Patronali ha ricevuto dall’Amministrazione comunale € 16.000 compresa Iva; lo storico Cassandro scriveva: “Nella spesa concorre non soltanto l’Amministrazione civica, la maggior della cittadinanza, perché riescano sontuose”, ma le polemiche non agevolano la raccolta che comunque il Comitato mette in pratica già da diversi mesi prima. Nota positiva sottolineata, è stata la possibilità di godere del lungomare Mennea, chiuso al traffico per buona parte, come luogo di passeggio, elemento che dovrebbe essere valutato da chi di dovere a Palazzo di città. Quindi, l’identità e la tradizione possono trovare conforto nella prosecuzione della devozione dei cittadini a questi Santi Patroni, ma l’organizzazione dei festeggiamenti deve necessariamente incontrare l’evoluzione dei gusti.