Un lavoro completo e meritevole, una biografia di spessore che raccoglie documenti scritti e fotografie: ieri sera, presso la Sala Rossa “Vittorio Palumbieri” del Castello, è stata presentata l’ultima fatica letteraria dello storico barlettano Renato Russo intitolata “Alfredo Reichlin, il rigore della coerenza” – editrice Rotas, dedicata all’illustre politico, nativo della città di Barletta e cittadino onorario dal 2015. Il sottotitolo ancora più esplicativo, “Un intellettuale che sapeva parlare al popolo”, raccontando la statura morale e politica dello storico dirigente del PCI. Una vera e propria “personalità”, per cui provare un timore reverenziale da parte dei giovani compagni di partito, e non solo, dell’epoca; Russo parte dalla sua «durezza togliattiana» rappresentata dal rigoroso rispetto per la cultura politica e dalla passione partitica che l’ha portato fino alla fine ad interessarsi della situazione della sinistra nazionale. Il prof. Beppe Vacca ha curato la prefazione al testo, presentato ieri dal prof. Ugo Villani, raccontando il passato di Reichlin come partigiano per la Resistenza con la trasuda il suo forte legame con la terra d’origine, la Puglia di cui assume la segreteria regionale del Partito negli anni ‘60. Un appassionato meridionalista che non riesce Brigata Garibaldi, nel GAP, nel suo ingresso nel Partito Comunista Italiano dopo la Seconda Guerra Mondiale a Roma dove si era trasferito già dalla tenera età; molto vicino alle posizioni di Palmiro Togliatti prima, poi di Pietro Ingrao. Divenendo infine stretto collaboratore di Enrico Berlinguer con cui stringe un forte rapporto empatico. 21246054_10212432193413318_396232044_oLa concretezza di Reichlin s’incontra nei suoi numerosi scritti, sull’Unità che dirigeva alla fine degli anni ‘50 e che proseguono fino a poche settimane prima dalla sua scomparsa alcuni mesi fa, ma anche attraverso altri giornali o molte pubblicazioni. Tutto ad accettare e ad arrendersi davanti alla dicotomia tra Nord e Sud delle Paese, come ci ha raccontato la testimonianza del sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, soffermandosi sulla grandezza di quel “intellettuale organico di partito”. Franco Borgia, già sindaco del PSI, lo ha ricordato con riferimento al rapporto burrascoso, soprattutto negli anni in cui lui stesso fu protagonista prima alla Regione poi in Parlamento, tra socialisti e comunisti. Lo stesso Renato Russo è stato sindaco di Barletta democristiano nel 1984, e insieme hanno ricordato il rispetto per una personalità della politica, uno statista. È stato lui il primo a teorizzare negli anni più recenti il concetto di “Partito della Nazione”, possibilmente in riferimento al PD a cui aveva aderito, ma non nell’uso che successivamente se ne è fatto, la cui gestione dello stesso Partito Democratico è stata sapientemente criticata.21268431_10212432223454069_140241868_o

La più grande e importante testimonianza è venuta dal figlio Pietro, che prende il nome del nonno già primo cittadino di Barletta durante il Fascismo, contribuendo a raccontare l’umanità di suo padre, un’umanità applicata alla politica di cui aveva anche parlato Cascella. Un libro che ben descrive, anche attraverso l’uso documentario delle fotografie, un uomo che “ha vissuto per la politica e non di politica”, definendo il suo servizio patriottico per il bene comune.

Ha moderato e sollecitato la discussione il giornalista Roberto Straniero.

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