«E siamo già a quota due. Un altro anno scolastico sta per iniziare e, come per il precedente, lo storico istituto “M. D’Azeglio” resterà chiuso – tuona il consigliere comunale di Forza Italia, Dario Damiani – Esattamente un anno fa, il 5 settembre 2016, a pochi giorni dall’avvio delle lezioni, durante i consueti controlli tecnici di routine, il cedimento di una piccola porzione di solaio in un’aula a pianterreno decretava la morte sociale della prima scuola elementare della città di Barletta, ubicata in una bellissima palazzina dei primi del Novecento in pieno centro, istituto da sempre fiore all’occhiello dell’offerta didattico-culturale cittadina. Un episodio di minima entità, agli occhi dei profani, ma che, secondo i tecnici intervenuti per i successivi sopralluoghi, destava preoccupazione per l’agibilità dell’intero edificio. Da ciò la decisione, formalizzata nell’ordinanza sindacale del 6 settembre 2016, di chiusura dell’istituto per ragioni di sicurezza, seguita dal trasloco degli arredi e del materiale didattico presso le sedi di altre scuole, fra cui “Principe di Napoli”, “Musti-Dimiccoli”, “Modugno” e “Fraggianni”, per consentire l’avvio delle lezioni agli alunni già iscritti.

Dario Damiani
Dario Damiani

Un anno scolastico di grandi sacrifici per gli studenti, le famiglie e il personale docente, dislocati senza colpa in altre sedi, ma vissuto con abnegazione da tutti, con la speranza che l’amministrazione affrontasse la questione con celerità, avendo come obiettivo l’interesse pubblico alla riapertura in tempi brevi. Fiducia purtroppo mal riposta; col passar dei mesi ci si rende conto, infatti, dell’inerzia con cui la vicenda viene gestita, alimentando malumori e rabbia espressi pubblicamente da genitori e insegnanti in un incontro pubblico svoltosi a fine gennaio proprio davanti al portone chiuso dell’edificio. Negli stessi giorni ben due Commissioni consiliari si occupavano del caso D’azeglio, sollecitando una rapida soluzione che potesse garantire la ripresa delle attività scolastiche ma, trascorsi sette mesi, ad oggi nulla si sa delle intenzioni dell’amministrazione. A quanto risulta, le relazioni tecniche redatte dallo studio professionale incaricato avrebbero prospettato una serie di soluzioni alternative, con costi variabili. Non è dato tuttavia sapere se esse siano state già valutate dagli uffici comunali preposti, che tacciono su una questione di tale rilevanza per la collettività. Dal canto suo la dirigenza scolastica, dopo una prima presa di posizione parzialmente discordante, latita nell’esercizio della doverosa pressione sull’amministrazione per vedere riconosciuto il diritto a rientrare in possesso della propria sede. Un sonno colpevole avvolge tutti i protagonisti di questa storia, che da brutta rischia di diventare pessima, tenuto conto del fatto che la chiusura dell’edificio protratta per lungo tempo avrà come conseguenza l’ulteriore ammaloramento della struttura. Una palazzina degli anni 20 del Novecento, di grande pregio, ubicata nel salotto buono della città, storica sede della più prestigiosa scuola elementare cittadina, destinata a diventare un rudere? A Barletta potrebbe accadere anche questo, non stupiamoci. E, sarà un caso (o forse no, il dubbio è lecito) a poche decine di metri pare che un altro palazzo antico, di fine Ottocento, potrà essere abbattuto per fare posto a una nuova costruzione. Sono questi i nuovi orizzonti dell’edilizia locale che, dopo aver esaurito le sue attività in periferia, punta lo sguardo sugli edifici storici del centro non soggetti a vincolo? Se davvero così fosse, oggi più che un anno fa dovremmo tutti gridare “giù le mani dalla D’Azeglio” e chiedere chiarezza sul destino della nostra amata scuola».