21268056_2155465838013663_798883577_o
Fonte Archivio di Stato-Barletta

Un palazzo del 1885, Palazzo Tresca, situato al civico 20 di via Imbriani, al centro delle polemiche saltate in questi giorni agli onori della cronaca locale. Lo sconcerto e le perplessità di molti riguardo alla possibile scelta di demolire, piuttosto che recuperare riqualificando, un edificio testimone dell’importante espansione ottocentesca di Barletta; il palazzo da tempo abbandonato ma in ottime condizioni, valido testimone di uno stile architettonico che fu, assolutamente nel centro cittadino, antistanti ci sono i giardini “De Nittis” e la prima scuola elementare della città, la “Massimo d’Azeglio”, ancora chiusa per inagibilità. Purtroppo la normativa vigente consente la demolizione e ricostruzione, non essendo previsto alcun vincolo, pur aprendo una lunga disquisizione sul senso di consentire ciò anziché agevolare il recupero del cosiddetto “già costruito”. I comproprietari dell’immobile oggi risultano essere Aniello Fucci e Maria Carone; le autorizzazioni comunali sono state concesse poco prima di Ferragosto scorso, lasciando le negative perplessità sulla tempistica, spesso scelta per far passare quasi inosservato qualcosa.

Sicuramente susseguiranno polemiche e interventi istituzionali e non solo sull’argomento, ma è chiara già una cosa: la cultura del rispetto per la memoria e dell’urbanistica di pregio nella nostra città non hanno sede, come in passato già per episodi incresciosi che hanno lasciato ferite sempre aperte nella città. Deve trovare impiego della cultura della bellezza e il buon senso. Il Piano Urbanistico Generale non si è ancora fatto vedere, probabilmente non saremmo qui a parlare di tali questioni e le “norme di salvaguardia” farebbero il loro naturale corso; ma siamo ai titoli di coda di questa Amministrazione e neanche il Documento Preliminare Programmatico del PUG è riuscito ancora a sbarcare in Consiglio comunale. Vedremo come si comporterà il Comune sull’argomento.