«In questi giorni caratterizzati dall’avvio dell’anno scolastico in quasi tutte le regioni italiane, tra cattedre ancora vacanti, classi pollaio e segreterie scolastiche in tilt a causa delle prescrizioni riguardanti i vaccini, non poteva mancare la conferma del fallimento della legge 107, la famigerata “buona scuola” di Renzi, che più di ogni altre rappresenta l’inadeguatezza dell’azione politica del Pd».A darne notizia in un comunicato stampa è Rossano Sasso, coordinatore regionale per la Puglia di Noi con Salvini.

«E così, dopo le innumerevoli vittorie nell’anno scolastico 2016/17, anche il nuovo anno scolastico si apre all’insegna della giustizia, resa in questo caso ad una insegnante di Barletta, trasferita illegittimamente in provincia di Parma attraverso il perverso meccanismo degli algoritmi (totalmente sballati) della buona scuola. L’ insegnante, patrocinata e difesa dall’avv. Graziangela Berloco, legale di Noi con Salvini, coadiuvata dal collega Giannuzzi Cardone, ha ottenuto con sentenza n°28414/2017 del Tribunale del Lavoro di Trani l’annullamento del provvedimento di trasferimento in provincia di Parma, ed ha ordinato al Ministero dell’Istruzione di collocarla nella sua provincia di riferimento, quella di Barletta Andria Trani. L’errore contestato al Ministero è sempre lo stesso: docenti con un punteggio più alto sono stati sbattuti a 1000 km da casa, docenti con un punteggio più basso sono rimasti nella propria provincia».

Per Rossano Sasso, che da anni guida i ricorsi contro la buona scuola «questa sentenza è importante perché conferma, anche per il nuovo anno scolastico, un orientamento della giurisprudenza che restituisce serenità e speranza agli insegnanti ingiustamente trasferiti. A tale scopo stiamo predisponendo una nuova serie di ricorsi in tutta Italia; intanto dopo quelle dello scorso anno sono contento che questa lavoratrice possa evitare di consumare tutto il suo stipendio in spese di viaggio e di affitto della casa, ma che soprattutto non sia costretta a scegliere se continuare a lavorare o crescere i propri figli. Bisogna pensare – prosegue Sasso – prima di tutto al bene degli alunni, alla continuità didattica e alla certezza di avere insegnanti che dopo un anno non abbandonino la cattedra per tentare di ritornare a casa, ragion per cui da anni la Lega chiede di regionalizzare il reclutamento, ed io da pugliese auspico che gli insegnanti emiliani possano lavorare in Emilia, e che quelli pugliesi possano lavorare in Puglia. Una nuova ondata di ricorsi – conclude Sasso – si preannuncia per gli ultimi mesi di questo governo e del ministro Fedeli».