Circa quindici giorni fa si è svolta, a Barletta, la fase congressuale per l’elezione del nuovo Segretario cittadino del Partito Democratico, che è risultato l’avv. Nicola Defazio, che ha raccolto il testimone lasciato, dopo un lungo periodo di travaglio, da Franco Ferrara, che non ha disdegnato alcuni accenti polemici nel suo discorso di conclusione. In realtà il candidato presentato da tutti era solo lui, vicino al consigliere regionale Filippo Caracciolo, nonché alla mozione Emiliano, maggioritaria in Puglia e anche a Barletta. Per l’occasione i renziani hanno aderito alla scelta della maggioranza, cui anche gli orlandiani paiono ormai definitivamente “schiacciati”. Abbiamo incontrato Defazio, già consigliere comunale con Fiore sindaco, assessore con Salerno e ancora consigliere con Maffei, per stabilire da lui quali le prossime mosse per la gestione del partito a livello cittadino.

Segretario, la sua quasi “plebiscitaria” elezione (nonché unica candidatura) alla segreteria di Barletta per il partito di maggioranza relativa in Consiglio comunale, arriva in un momento storico particolare per il maggior partito progressista italiano, soprattutto nella Puglia di Michele Emiliano. Come ha trovato le divisioni interne al partito cittadino?

«Non nego di aver trovato diverse divisioni e problematiche all’interno del partito, che solo grazie all’intervento di qualcuno, anche della precedente Segreteria, ha retto le fila della coalizione di centrosinistra; non è proprio l’idea di partito che ho io, quella che ho trovato: credo, per esperienza, che si debba lavorare insieme in base a delle regole chiare e degli schemi che prevedono impegni e responsabilità dei soggetti che ne fanno parte. Le divisioni sono un dato di fatto e quanto è accaduto a livello provinciale è lo specchio di questa situazione. Le diversità e il confronto devono essere la ricchezza del partito».23423360_10212943708080865_1017105763_o

Anche se la sua nomina non era ancora stata ufficializzata (lo sarebbe stata poche ore dopo), lei è andato a ricevere il Segretario nazionale del PD, Matteo Renzi, quando è passato da Barletta con il suo treno “Destinazione Italia”? Secondo lei la presenza di Renzi per due volte in poche settimane nella Bat, cosa vuol dire?

«No, non ho incontrato Matteo Renzi. Credo che la sua tappa fosse slegata da schemi di partito, ma legata principalmente al voler far visita a quei luoghi che sono stati oggetto di finanziamenti durante il suo Governo, come Canne della Battaglia. A parte alcuni rappresentanti locali (Mennea c’era, ndr) non è stata una classica venuta di un Segretario, dal valore partitico-politico, se non legata a particolari temi. Renzi è una persona molto intelligente e sa che politicamente quella locale è una realtà molto viva».

Tema nazionale, ma non solo: lei condivide l’idea di aprire a tutte le componenti del centrosinistra per poter competere seriamente alle prossime elezioni?

«Nella mia intenzione c’è l’idea di aprire un tavolo di confronto politico con tutto il centrosinistra, dalla sinistra più radicale a quella più moderata, poi non so se vorranno starci tutti. L’esperienza siciliana ci ha detto chiaramente che è necessario stare insieme, la divisione è stata in grado di riesumare la “mummia” Berlusconi. A livello locale lavorerò per questo necessario obiettivo di condivisione, per il nazionale lo auspico».

Questo sicuramente apre al discorso riguardante le prossime elezioni amministrative qui a Barletta: avete già scelto il candidato Sindaco? Quali sono i rapporti con gli alleati della coalizione?

«Non abbiamo scelto il candidato Sindaco, ma dovremo confrontarci sui programmi a livello di coalizione. I rapporti con i componenti della coalizione progressista sono buoni; proprio nelle scorse ore abbiamo siglato un accordo di fine mandato con il PSI, che sicuramente la dice lunga sul ragionamento di condivisione che vogliamo mettere in campo. Dovremo confrontarci anche con le altre forze di sinistra in Consiglio comunale, e anche con le forze di centrosinistra che attualmente sono al di fuori del contesto amministrativo. La mia cultura di sinistra mi favorisce in tale ragionamento».

Primarie per la scelta del sindaco: la richiesta di molte componenti alleate anche durante lo scorso congresso cittadino del Partito Democratico. Ci sono possibilità per questa scelta, o magari dobbiamo aspettarci la stessa “scena” per cui da Roma fu scelto il nome di Cascella nel 2013?

«Le Primarie sono previste dallo Statuto del PD: sono un ottimo volano per aprire al confronto diretto con i cittadini prima delle elezioni. Devo confrontarmi innanzitutto con il mio partito, poi anche con gli alleati, per vedere se esistono le condizioni per realizzarle. Personalmente non le escludo affatto. Sono una soluzione che va verso la partecipazione attiva dei cittadini, utili anche a combattere l’astensionismo. La scelta di Cascella veniva da una situazione particolare, un po’ concitata politicamente, la situazione andava “sedata”. La soluzione di Cascella è stata trovata per questo; ad oggi, dobbiamo ringraziarlo che si è voluto assumere quella responsabilità».

Nel 2013, nel momento precedente la scelta dell’ex portavoce di Napolitano, la coalizione era assolutamente scollata, alcune candidature già si erano rese note. Cascella non è riuscito a rinsaldare il tutto dopo cinque anni, anzi. Il suo nuovo PD vuole puntare ad amalgamare la coalizione e le divisioni interne al partito?

«Assolutamente si, questa prima apertura ai socialisti ne è la prova. Anche perché il rischio è alto: non possiamo perdere l’Amministrazione barlettana. E questo fa parte delle mie responsabilità».

Crede che si debba guardare all’esperienza politica soltanto, o si potrebbe ipotizzare una proposta della società civile?

«La mia Segreteria è composta da esponenti che hanno un lungo bagaglio di esperienza attiva nella vita cittadina; nonostante ciò riconosco che non è semplice coinvolgere chi si impegna al di fuori degli schemi di partito. Ma ritengo doveroso rivolgermi anche a quella parte di società civile così attiva nel territorio, con le competenze necessarie per la vita politico-amministrativa della città».