“Aveva in sé il segreto che gli schiudeva le porte e i cuori”. Così Michele Cassandro descriveva Giuseppe Curci, musicista barlettano scomparso 140 anni, nella rivista “Iapigia”. “Con la morte di Curci – si legge nelle pagine della rivista stampata dalla tipografia Dellisanti di Barletta nel 1936 – la città si accorse che una luce si era spenta e fu come presa da un senso di sgomento. Lo scultore Giuseppe Manuti, nostro concittadino, autore del monumento a D’Azeglio, ne modellò il busto, che attende ancora di essere riprodotto in marmo o in bronzo”.

Nella ricorrenza del quarantesimo anniversario della riapertura del teatro comunale “Curci”, dopo un restauro che ne impose una lunga chiusura, oggi, lunedì 18 dicembre sarà onorato un debito che Barletta ha anche con la memoria del celebre musicista a cui lo storico luogo dello spettacolo, di cui fu direttore artistico, è dedicato. Nel foyer, alle 21.00, prima che il sipario si apra per lo spettacolo musicale “Nate Brown & One Voice American Christmas Gospel” con il quale il Teatro Pubblico Pugliese partecipa all’evento, insieme agli appassionati abbonati alle stagioni di musica e prosa del teatro della città, avverrà lo scoprimento del busto in bronzo di Giuseppe Curci. Ricavato dal gesso con cui Manuti aveva raffigurato il “maestro del bel canto”, il riconoscimento al valore dell’artista trova ora compiuta espressione nell’opera bronzea prodotta dalla Fonderia Nolana Del Giudice a cura di un altro scultore barlettano, Paolo Desario, che ne ha seguito le fasi di realizzazione: dalla cera del calco, alla cottura della forma sino alla fusione del busto e alla cesellatura e patinatura.

Il contributo di Desario, diplomatosi al Liceo Artistico Statale di Bari e all’Accademia di Belle Arti nella scuola di scultura di Amerigo Tot, suggella così l’omaggio che Barletta rende alle sue prestigiose espressioni artistiche e monumentali in un connubio che rinsalda il legame della città con la sua storia.