«Inizio anno con il botto per il Comune di Barletta, re delle ordinanze non rispettate quando conviene (vedasi ordinanza botti)». A scrivere è Tonio Di Cuonzo, coordinatore cittadino di Forza Italia Giovani. «La scorsa notte -precisa- infatti, dopo aver fatto ingresso molta gente  circa 1 ora e mezza dopo la mezzanotte presso un noto locale della litoranea dove da tempo era stata organizzata una serata evento (lontano da abitazioni e con musica all’interno) per i festeggiamenti del primo dell’anno ecco che, circa un paio d’ore dopo l’inizio della stessa, fischi ed insulti venivano indirizzati al povero dj reo soltanto, in quel momento, di aver messo fine di colpo alla serata e quindi alla musica. Motivazione? All’esterno del locale le Forze dell’ordine intimavano di mettere fine alle emissioni sonore. Sacrosanto, ovvio, i militari stavano svolgendo il loro dovere».

L’evento ha avuto ampia eco sui social tra gli utenti della festa, superiori al migliaio. «Da giovane (oltre che amante della politica cittadina), essendo presente, mi sono chiesto: “ma perché fischiano il dj? Perché urlano vergogna?” -scrive Di Cuonzo- Bene ha fatto lo stesso dj a discolparsi ed additare chi si rende artefice di certe scelte ed ordinanze. A quei ragazzi, ai miei coetanei, che ieri sera hanno fischiato dico: vergogna urlatelo a chi da anni viene premiato amministrando ma non fa altro che affossare questa città ed allontanare turismo e quanto ne segue. Vergogna urlatelo ai vostri coetanei quando durante le elezioni affermano “sono tutti uguali” vendendosi e vendendo così la loro dignità ed un loro sacrosanto diritto: il voto. Perché, se è pur vero (e sono pienamente d’accordo) che i cittadini hanno diritto a poter riposare non disturbati dalle emissioni sonore oltre certi orari, è altrettanto vero che, in casi eccezionali come appunto il capodanno ed in determinate situazioni logistiche (lontane da abitazioni e con musica all’interno), l’intelligenza, la capacità politica e le chiare opportunità di sviluppo turistico (c’era anche gente da fuori Barletta) ed economico delle attività dovrebbe portare la stessa Amministrazione a derogare per l’occasione ai pressanti limiti imposti nell’interesse, appunto, collettivo in una prospettiva di crescita anche, come detto, economica. Barletta sta morendo lentamente -conclude la nota- si dia una svolta tenendo ben presente che chi decide le sorti sono in primis gli elettori a mezzo della preferenza espressa».