«L’intreccio tra poetica della parola e poetica del segno pittorico apre una riflessione: il discorso avviato dalla nostra artista è un discorso legato al “nostro tempo” che avvinghia tutti i lettori che intraprendono questo viaggio e li invita a rielaborare la “vita questa maschera dolente ma sconosciuta». Con queste parole il saggista Giuseppe Lagrasta ha recensito il significato recondito di “Giorno dopo Giorno”, l’ultimo libro della pittrice, scultrice e poetessa barlettana Antonietta Fioravante Esperti, presentato lo scorso 17 dicembre presso il Circolo Unione di Barletta. Per l’occasione abbiamo intervistato l’autrice, ben lieta di accoglierci nel maestoso Palazzo Esperti, edificio gentilizio del ‘400, dove conduce una vita intrisa di arte e conserva i ricordi della sua vita coniugale e famigliare.

“Giorno dopo giorno”: come è nata l’idea di abbinare all’interno di un libro tre forme d’arte quali pittura, scultura e poesia?

«Non è stato subito pensato in questo modo: essendo principalmente una pittrice, inizialmente ho voluto inserire le foto per interrompere la continuità delle poesie e per non rendere il volume troppo monotono. Ho pensato quindi di intervallare le mie opere poetiche con fotografie di lavori da me realizzati. Questo libro è stato un parto difficile: l’idea di scriverlo non è partita da me, ma ha fatto da pungolo la casa editrice Rotas. Il dottor Renato Russo in passato aveva spesso pubblicato alcune mie poesie e più volte mi ha proposto di accorparle in una raccolta. Pian piano che si proseguiva nella stesura del libro, riuscivamo a trovare miei lavori che ben si abbinavano ai testi e che ne rispettavano i temi, andando avanti così fino all’ultima poesia. Il tema spazia: si concentra molto sulla figura della donna, abbraccia anche il concetto di tempo e poi mi piace molto il mare. Posso dire che il mio libro abbracci la vita in ognuna delle sue sfumature».

Antonietta Fioravanti Esperti, A ritroso

Può farci qualche esempio?

«Per quanto riguarda il tema del femminicidio ho inserito un carboncino realizzato su carta da imballaggio che raffigura una donna malinconica, che giorno dopo giorno affronta i disagi della vita, senza mai riuscire a prendere una decisione, sino al tragico epilogo. Se invece vogliamo trattare il complesso universo femminile nella sua totalità, ho interposto un’opera raffigurante una donna con ventre prominente che affronta la maternità; un’altra opera con protagonista sempre una donna riguarda la poesia “A Ritroso”: ho riadattato la pagina di un libro di legno realizzato da me in occasione di una mostra a cui ho preso parte, interpretandone le venature e facendone venir fuori una sagoma femminile. Successivamente ho sostituito al nodo del legno l’ecografia di un bambino, il mio nipotino, dando vita così ad una donna in dolce attesa».

“Giorno dopo giorno” nasce anche come impegno sociale: come ha legato l’uscita del libro all’evento di beneficenza?

«Sono da sempre una persona generosa per indole. La mia storia è da anni legata alla beneficenza e in particolare ad associazioni ed enti che si occupano della ricerca contro le malattie rare e per accudire gli anziani. Il libro è solo l’ultimo capitolo in ordine di tempo, ma il mio pensiero è stato sin da subito quello di devolvere il ricavato in beneficenza. Per raccontarvi del mio altruismo, ricordo con piacere un episodio: fino a qualche anno fa incontravo in un bar una signora anziana, che ogni tanto per bisogno sottraeva prodotti di minima entità. Io ogni domenica andavo a messa nella chiesa di Santa Lucia, incrociandola lì. Decisi allora di prendere accordi con i proprietari del bar: che ogni mattina le venisse servita la colazione, a mio carico».

Antonietta Fioravanti Esperti, foto

Nel suo libro quanto ritroviamo di autobiografico? E se si, può citare qualche esempio?

«C’è una poesia, “La sera avanza”, in cui mi rivedo. Voglio precisare che io non costruisco le mie poesie, ho uno stile libero e mi lascio guidare dall’ispirazione, così come accade in pittura. E’ come se la mia mano scrivesse da sola, e solitamente uso la penna quando non riesco a concretizzare con il pennello ciò che voglio esprimere. Questa è una poesia che concilia, all’ora del tramonto, i pensieri del vissuto, ricordi di ora e ricordi di un altro tempo. Preferisco quasi pensare che non esista un tempo tempo e con la mente scavalco mari e monti, ripensando a sentimenti, amori, errori che ho commesso ma senza tristezza. Infatti concludo con il verso “E man mano che la  sera avanza socchiudo gli occhi alla speranza”:  sono un’ottimista, di animo gentile, il bicchiere per me è sempre pieno. Tra le opere pittoriche invece cito “Fiori-profilo di donna”, un olio su tela, in cui fra i petali dei fiori s’intravvede il profilo del mio volto. Lavoro di solito con il sole, e in questo caso, mentre dipingevo, il sole ha proiettato il mio profilo sulla tela, senza muovermi ho delineato il contorno del mio volto col carboncino e poi ho proseguito con i particolari dei fiori».

In ultimo una precisazione sulla copertina del libro: come mai la scelta di un asse per lavare?

«Quando l’editore ha visto la foto di questo mio lavoro è rimasto stupito, definendolo originale, un oggetto fuori uso che diventa opera d’arte. Questa è un’asse per lavare da me reinterpretata che ha partecipato ad una mostra della Ce.S.A.Coo.P. Arte intitolata Fuori d’Uso. Io ho  intravisto una metropoli, New York, ne ho individuato le due Torri Gemelle, abbassando le scanalature dell’asse. E’ un oggetto che si è prestato molto bene. Il titolo del libro invece è stato scelto perché il professor Lagrasta ha intitolato la sua recensione  “Giorno dopo giorno”, che è in riferimento alla poesia con protagonista la donna e ciò che è solita svolgere durante la giornata. Io credo che si presti a varie sfaccettature di significato, difatti potrebbe anche essere inteso come il moto della vita che si dipana giorno dopo giorno».

A cura di Carol Serafino