Si chiama “Oltre le mura” ed è il nome del progetto che è risultato primo classificato al concorso di idee “Periferie 2017” indetto dal MiBACT e Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori. Secondo la voce degli ideatori,

“Via mura del Carmine è una cerniera tra il fortino (“Paraticchio”) e piazza della Marina, tra centro storico e litoranea –si legge nel paper di presentazione – Dovuto all’importanza strategica dell’area d’intervento, si è affrontata la progettazione con uno sguardo più ampio, riguardante l’intera città storica. A questo scopo, si è deciso di rinvigorire i punti di forza dell’ambito attraverso due strategie: riduzione sensibile dell’area carrabile, favorendo una viabilità dolce (ciclo-pedonale) e la connessione diretta dalle mura alla litoranea. In controtendenza rispetto al passato, le amministrazioni regionali spingono verso la pedonalizzazione dei centri storici. A proposito di ciò si è compiuto un approfondito studio della viabilità carrabile su tutto il centro storico di Barletta, ne è scaturita la proposta di ridurre il traffico su gomma nell’area di progetto riducendo la carreggiata di via mura del Carmine ad una corsia e pedonalizzando quasi integralmente piazza della Marina (schema viabilità tav. 1). Questo intervento prevede che via mura del Carmine sia resa ad un unico senso di percorrenza, convogliando le auto in maniera perimetrale rispetto a Piazza della Marina, lungo via Marina, permettendo l’accesso in Via Cialdini e/o riportandole verso il Lungomare Pietro Mennea.

Oltre le mura Barletta 5

COSA SUCCEDE– Via mura del Carmine viene affiancata da una pista ciclabile; tale pista si biforca in corrispondenza della chiesa del Carmine, da un lato approda al castello Svevo e dall’altro si ricollega a quella preesistente del lungomare di Ponente. Tutti gli spazi “di risulta” dati dall’irregolarità planimetrica dei fabbricati che si attestano sulle mura vengono ricuciti tramite la pavimentazione e l’arredo urbano creando degli ampi spazi di sosta e ristoro lungo la passeggiata, dotati di alberature e piccoli chioschi. Pavimentazione e arredi fungono da connessione visiva e pratica delle aree frammentate che insistono nell’ambito.In questo modo si favorisce il futuro impulso spontaneo del settore commerciale e della ristorazione lungo tutto il fronte mare. Queste nuove piazze, a cavallo della spina carrabile, vengono quindi pavimentate con una trama minuta bocciardata e rialzate (sicurezza e continuità).

La pavimentazione infatti viene trattata per macro aree omogenee: la strada, le piazze, il percorso ciclabile e l’ampio marciapiede. I materiali utilizzati sono quelli propri della tradizione pugliese: pietra basaltica (di recupero), pietra calcarea di varia pezzatura e sampietrini, anticamente utilizzati nelle vie del centro storico battute dalle crociate; solo per la pista ciclabile si è scelto il ghiaino a grana fine con una cromia nei toni del grigio. I trattamenti superficiali utilizzati per la pietra sono la bocciardatura, la sabbiatura e la rigatura. Le mura e il fortino verranno messi in sicurezza e verrà effettuato il consolidamento dei paramenti murari tramite iniezioni di resine epossidiche e sostituzione dei conci lesionati secondo il principio della riconoscibilità. Gli interventi di restauro permetteranno la rifunzionalizzazione degli spazi voltati interni del fortino a sala espositiva temporanea/ spazio di aggregazione.

Queste sale sono site ai piedi della muraglia difensiva, a quota zero, e verranno messe in comunicazione con via mura del Carmine tramite un sistema di rampe esterne a pendenza ridotta (<3%) che fiancheggiano il fortino ed occupano uno spazio di risulta. Le rampe sono intese come spazi di aggregazione all’aperto che fanno da contraltare a quelli interni del fortino. Piazza della Marina viene quasi integralmente pedonalizzata, il piano di calpestio viene riportato al livello della fontana-pozzo centrale tramite un piano inclinato. Il dislivello tra il piano stradale e la piazza viene salvato da una rampa che fiancheggia la facciata laterale della chiesa del Carmine e da un sistema di gradoni, occasione per realizzare sedute e corner di verde. In questo modo si delimita efficacemente la strada carrabile evitando l’aggiunta di dispositivi addizionali. La connessione centro storico – litoranea avviene attraverso tre cordonate, scalinate a 12° di pendenza, in asse con le tre principali arterie che sboccano su via mura del Carmine. I materiali utilizzati sono il legno per la struttura principale e l’acciaio per le pedate, le lamelle verticali e le piastre di ancoraggio al suolo.

La scelta progettuale delle cordonate così configurate è figlia della memoria storica: negli anni ’30 il mare lambiva i piedi delle mura e ad una cinquantina di metri di distanza vi era una lingua sabbiosa dove erano montate le cabine per i bagnanti. Allora per salvare quella distanza venivano montate delle passerelle in legno che collegavano le mura alla spiaggia. Ai piedi delle cordonate si sviluppa un parco lineare che si attesta a ovest al parco “Pietro Mennea” e si estende verso est per 650 m costeggiando le mura. Le essenze scelte per il parco sono le tipiche della macchia mediterranea: il carrubo, il pino marittimo, l’euforbia arborea, corbezzolo, alloro, piante aromatiche in forma di grandi cuscini… I percorsi del parco si diramano proseguendo le assialità delle cordonate e trasversalmente ad esse lungo una linea longitudinale spezzata che si conclude nelle “corti del gusto” intese come luoghi di commercio e ristorazione improntati sui prodotti tipici pugliesi. Questi lotti ad oggi sono occupati da fabbricati per lo più fatiscenti con coperture di lamiera o amianto, si è deciso per l’abbattimento di alcuni di essi studiando “caso per caso” il da farsi. L’attestazione su strada e lo spazio della corte sono definiti da una serie di porticati leggeri in acciaio che cuciono i vuoti ammorsando i fabbricati esistenti. Tale sistema costruttivo, il trilite in acciaio, diventa quasi un leitmotiv presente in tutto il progetto: nelle cordonate, nel parco, nelle corti del gusto e in Piazza della Marina, proprio allo scopo di creare una continuità di intervento.

GLI IDEATORI:

  • Mariacristina Agnello, classe 1988 (Bari), si laurea al Politecnico di Bari con il massimo dei voti (110 cum laude), la carriera universitaria è stata arricchita dal progetto Socrates Erasmus presso l’Escuola Tecnica superiore di Arquitectura_Madrid (nel 2014). Vince una menzione d’onore all’Holcim award insieme allo studio Kaudesign. Esperienze lavorative: studio AceboXAlonso (Madrid)_borsa di studio “Leonardo da Vinci”, studio OMA di Rem Kolhas_progetto “Fondazione Prada” di Milano, studio Virseda Vila arquitectos (Madrid). Nel gennaio 2017 apre il suo proprio studio di architettura e design.
  • Maria Rosario Bruno, classe 1988 (Bari), si laurea al Politecnico di Bari. Menzione d’onore durante il workshop NIB “Riuso dei buchi neri”, Salerno 2013. Esperienze lavorative: collabora con l’architetto Antonella Mari (Bari), redattrice con il web-zine Artwort, studio In House Design Associates Architects (Londra), studio 3C+M (Bari) con cui partecipa al concorso “Mani-futura”(2016) vincendo il primo premio. Si classifica al secondo posto nel concorso “Riqualificazione dell’area circoscritta dall’ex cementeria_Modugno”. Dal 2016 cura diversi progetti di architettura e design.
  • Massimiliano Cafagna, classe 1988 (Barletta), si laurea al Politecnico di Bari, la carriera universitaria è stata arricchita dal progetto Socrates Erasmus presso l’Escuola Tecnica superiore di Arquitectura_Madrid (nel 2014). Vince il concorso Art Stop Monti con il progetto Stratificazione (Roma, 06/2017). Menzione d’onore premio NIB under 30_Tesi di laurea in progettazione, Menzione d’onere concorso di idee_Bergamo Ospedale “Pimp”, Menzione d’onore Archiprix (Ahmedabad 2017). Esperienze lavorative: studio L. Galofaro & S. Manna (LGSMA_Roma). Dal 2017 cura diversi progetti di architettura.
  • Vincenzo Salierno, classe 1987 (Bitonto), si laurea al Politecnico di Bari con il massimo dei voti (110 cum laude). Vince il Premio Architettura Sostenibile con la sua tesi di laurea sul recupero delle saline di Cagliari e del capannone Nervi. Viene selezionato per il Premio Maggia 2013 promosso da CasabellaLab. Dopo gli studi si trasferisce a Berlino dove collabora prima con lo studio Barkow Leibinger a diversi progetti internazionali come la Biennale di Venezia o la Summer House per la Serpentine Galleries a Londra. Dal 2017 lavora sempre a Berlino presso Francis Kéré.