Sul crollo della palazzina di Barletta del 3 ottobre 2011 in cui morirono cinque donne non ci sarà una nuova perizia. Lo hanno deciso i giudici della Corte di Appello di Bari che hanno rigettato la richiesta avanzata dai difensori degli imputati di ulteriori accertamenti su cause e responsabilità del crollo. Stando all’ipotesi accusatoria e alle perizie eseguite nel processo di primo grado, il crollo fu causato dai lavori di demolizione della palazzina adiacente a quella dove c’era l’opificio nel quale morirono quattro operaie e la figlia del titolare.

Per i reati, a vario titolo contestati, di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose plurimi, omissione di atti d’ufficio e violazione di norme antinfortunistiche, sono imputate 14 persone fisiche e una società. In primo grado, nel dicembre 2015, i quindici imputati erano stati condannati a pene comprese fra i 5 anni e 6 mesi di reclusione e i 4 mesi. Nella prossima udienza del 5 febbraio la Procura generale concluderà la discussione e poi la parola passerà alle 50 parti civili, 43 familiari delle vittime e sette fra enti, associazioni e sindacati, fra i quali Regione Puglia e Comune di Barletta, il quale è anche costituito come responsabile civile.