Iniziamo con questa intervista una nostra carrellata per conoscere meglio i vari candidati barlettani al Parlamento, in corsa nelle prossime Elezioni politiche del 4 marzo. Abbiamo incontrato Cosimo Damiano Matteucci, candidato all’uninominale della Camera per la lista guidata da Viola Carofalo, in cui sono confluiti alcuni dall’esperienza di Rifondazione comunista e sindacalisti, “Potere al Popolo”.

Qual è la sua esperienza passata, il suo percorso in campo politico nel territorio?

«Il mio è stato un percorso di lotte, di sacrifici, che è maturato nella sinistra sindacalista, interessandomi ai lavori precari, a partita IVA e che si è poi, anche, concretizzato con l’esperienza della scorsa campagna referendaria andata a buon fine. Il sostegno a favore del “NO” è stato concretizzato dal comitato provinciale di cui sono stato rappresentante, ed i meriti del campagna referendaria vanno vanno riconosciuti a tutti coloro che ne hanno fatto parte. La mia battaglia è sempre stata a fianco degli ultimi, degli indifesi, dei diversi, degli esclusi. Proprio questo mi ha portato ad aderire appieno al progetto politico di “Potere al Popolo”».27907170_10213687095905096_614873970_o

Perché ha scelto di candidarsi come parlamentare?

«Per cambiare le leggi: c’è necessità di modificare il sistema legislativo rendendolo più vicino alle fasce più deboli della nostra società. In realtà, non ho scelto io di candidarmi ma mi hanno scelto, questa anche la bellezza di quello che sta accadendo con questo movimento politico. Un movimento giovane, nato nello scorso novembre, dopo il fallimento del Brancaccio, con un’assemblea  romana voluta dal Centro Sociale ex OPG di Napoli: le candidature sono state scelte da 180 assemblee svolte in tutta Italia e non calate dall’alto come accade nelle altre forze politiche. Si è creata una energia particolare, scegliendo i nomi per i vari territori; nella nostra provincia i compagni e compagne hanno deciso di convergere sul mio nome. È importante riprenderci la rappresentanza politica, candidandoci personalmente».

Perché l’elettore dovrebbe affidare il proprio voto, e dunque la propria fiducia, a Potere al Popolo? Perché a lei?

«Dobbiamo essere noi stessi che dobbiamo renderci protagonisti del processo legislativo. Devono essere tutti i soggetti deboli, i precari, i lavoratori a volersi ritagliare uno spazio in questo percorso, non solo di campagna elettorale, ma di gestione della politica. In questa lista potremmo trovare esattamente questo. Vogliamo portare in Parlamento le istanze delle classi più deboli: dobbiamo portare il ‘conflitto di classe’ a Roma, perché purtroppo in Italia si deve parlare ancora di classi sociali, ma dobbiamo cercare di ribaltare la situazione provando a risolvere questo conflitto. Nostro progetto sarà di fare una riforma fiscale, incentrata sulla progressività fiscale, dove chi ha di più paghi di più, come diceva Berlinguer: “Chi ha tanto paghi tanto, chi ha meno paghi meno e chi non ha nulla non paghi nulla”».

Rivolga un appello agli elettori, soprattutto a quella corposa parte di astenuti presente in ogni collegio elettorale italiano che potrebbe fare la differenza nei risultati.

«Bisogna partecipare: non è vero quello che dicono che la Politica e soltanto malaffare. Fare politica è una cosa bellissima perché vuol dire relazionarsi con le persone, provare a risolvere le questioni della gente, per migliorare le condizioni di vita. Non è tutto come quello che siamo abituati a vedere a Barletta o nel resto d’Italia. Bisogna ritornare all’essenzialità del valore. Dobbiamo metterci tutti insieme per tentare di cambiare il sistema legislativo, per creare una società migliore, più equa, più giusta. Mi rivolgo ai cittadini più deboli, ai lavoratori precari, agli sfruttati a partita Iva, quelli malpagati: è arrivato il momento di agire in Italia, di provare a cambiare il sistema».