La città di Barletta, da sempre molto sensibile alle tematiche della Memoria e del Ricordo delle vittime delle foibe non ha mancato di celebrare in musica e poesia un avvenimento storico di tale crudeltà, sempre nella speranza che dove c’è ricordo possa esserci speranza. Nel corso della scorsa giornata infatti ha preso vita al Circolo Unione di Barletta l’evento intitolato “Giorno della memoria. Poesia e Musica per non dimenticare”, ideato e realizzato da Francesco Paolo Dellaquila, con il patrocinio delle associazioni Anmig e Ancr, sezione di Barletta.

I massacri delle foibe, ai danni delle popolazioni della Dalmazia e del Venezia Giulia, nel corso della Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato dopoguerra, si caratterizzarono come eccidi espressione della più alta disumanità e crudeltà di cui l’essere umano sia mai stato capace. Ieri a Barletta anche il sindaco Pasquale Cascella non ha mancato di rendere omaggio alle vittime, con il prefetto Maria Antonietta Cerniglia ed il comandante della Polizia Municipale, Savino Filannino, in una piccola cerimonia volta al richiamo dei valori di democrazia e libertà sostenuti con la lapide di via Manfredi, strada nella quale, nell’ex caserma Stennio furono ospitati numerosi profughi.

Al Circolo Unione invece il ricordo è stato celebrato attraverso l’uso dell’arte, capace di fare breccia nei cuori lasciandovi un segno indelebile. L’interpretazione di brani e poesie ha creato un’incantevole armonia tra senso di umanità e colpe, tra indifferenza e voglia di cambiamento insite negli esseri umani.

«Qualcuno mi ha detto: Ma come? Il giorno della memoria è il 27 di gennaio, che c’entra farlo oggi? –ha dichiarato Francesco Paolo Dellaquila, regista della giornata– Certo c’è Sanremo, ci sono manifestazioni per la Disfida, è l’ultima domenica di carnevale, ci sono altri spettacoli, altre attività senza dubbio necessari per la nostra esistenza, ma l’Olocausto? Vogliamo davvero ricordarlo solo il 27 di gennaio? Non dico e non chiedo di piangerci addosso in ogni momento, in ogni giorno, ma dico e chiedo di pensarci più spesso, perché le gioie si possono solo apprezzare sapendo di quanto sia stato terribile quell’orrore».

«Fermiamoci un attimo, pensiamo, si può immaginare il terribile dolore fisico, oltre che morale, che hanno dovuto subire tutti i deportati? No, non lo possiamo neppure immaginare! Chi di noi non ha avuto la brutta esperienza di scottarsi un dito, una mano…sapete? Questa cosa si fissa nella memoria del cervello e non viene più rimossa, il dolore che si è provato si ricorda sempre, allora, proviamo a pensare se quella piccola scottatura a un dito fosse estesa a tutto il corpo. È raccapricciante! Appunto inimmaginabile. Ma, a questo punto, mi si direbbe: ma dobbiamo vivere sempre con questo stato d’angoscia addosso? No, no…questa condizione viene equilibrata, stemperata da ciò che ci è stato donato e che spesso dimentichiamo, l’amore! E, dunque, amiamoci di più e sempre di più».

Celebrare l’amore per l’umanità, è stato quindi questo l’obiettivo del percorso artistico, musicale e poetico che ha preso vita a Barletta, nell’esaltazione dei valori di umanità e fratellanza per combattere la cattiveria e le guerre.