Nella mattinata di martedì i Carabinieri di Barletta hanno tratto in arrestato Antonio Rizzi, residente a Trani, ritenuto responsabile dell’omicidio premeditato di Francesco Di Leo, avvenuto all’alba del 3 luglio 2016 in piazza Marina a Barletta all’interno di una rivendita di prodotti ittici. All’uomo è contestata anche la detenzione ed il porto illegale di un fucile e di una pistola cal. 7,65 con i quali ha commesso il delitto e la ricettazione dell’autovettura utilizzata nella circostanza, risultata rubata.

La vittima svolgeva l’attività di venditore di mitili con piccoli precedenti penali, ma immediatamente gli investigatori avevano intuito che il reale obiettivo dell’azione di fuoco fosse Ruggiero Lattanzio, nonostante quest’ultimo non si trovasse nella pescheria al momento del fatto. La visione dei filmati del sistema di videosorveglianza ha permesso di ricostruire i fatti di quella mattina con il killer arrivato davanti alla rivendita di prodotti ittici a bordo di una Fiat Punto grigia, con alla guida una persona rimasta non identificata.

Dal lato passeggero è sceso un individuo alto e corpulento che, con il volto coperto e armato di fucile si è diretto verso la rivendita di ghiaccio adiacente al locale di Lattanzio. Successivamente l’uomo, evidentemente richiamato dal conducente del mezzo, ha poi cambiato repentinamente obiettivo dirigendosi verso la rivendita di prodotti ittici. Una volta avvicinatosi alla porta d’ingresso delle pescheria Rizzi, senza sincerarsi dell’identità del suo obiettivo, ha esploso in sequenza cinque colpi di pistola ad altezza d’uomo tre dei quali hanno raggiunto Di Leo, ferendolo mortalmente.

Le prime indagini si sono concentrate subito su Rizzi. Il giorno prima tra Lattanzio e due soggetti di Trani facenti capo al pluripregiudicato Rizzi Antonio, è avvenuta una violenta lite scaturita dal fatto che Rizzi intendeva acquisire il controllo del mercato del pesce nella zona, monopolizzando l’acquisto dei frutti di mare a Barletta.

Nella circostanza gli uomini di Rizzi sono stati malmenati da Lattanzio. Proprio le percosse subite dai referenti di Rizzi sono state il movente per la vendetta. Lo sviluppo delle indagini ha permesso di delineare a carico di Rizzi un importante impianto probatorio, in seguito confermato dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia. Rizzi ora è rinchiuso nel carcere di Trani.