Voti alti e un elevato grado di soddisfazione per la quindicesima edizione del Festival Internazionale della Fotografia, Video e Comunicazione Visiva, ospitato dalla città di Orvieto (Terni) dal 9 all’11 marzo 2018. Tre giorni di eventi tra seminari, workshop, lecture, photowalk a stretto contatto con i grandi fotografi mondiali e le brillanti figure emergenti nel panorama della fotografia, dal settore wedding alla foto architettura, dal mondo del reportage alla ritrattistica, fino alle più emozionanti storie umane raccontate con splendidi scatti. Tanti i nomi di artisti di livello internazionale che si sono alternati nella cornice di Palazzo del Popolo in tre ricchi giorni per 30 appuntamenti tra dibattiti e workshop e un volume di migliaia di appassionati e esperti di settore ad alternarsi nell’attenta platea del Salone dei 400. Il tutto al suono univoco de “La bellezza salverà il mondo”, claim mutuato da Dostojevski e adottato per l’edizione 2018.

Tra i tanti nomi di rilievo che hanno accettato l’invito del FIOF (Fondo Internazionale per la Fotografia) ci sono Abbas Attar Renèe Jacobs, grandi protagonisti della fotografia mondiale. Abbas ha incantato la platea con alcuni dei suoi scatti più emozionanti e coinvolgenti fatti a partire dagli anni ’70 in Iran, Biafra, Bangladesh, Ulster, Vietnam, Cile, Cuba e Medio Oriente. Oggi Abbas Attar ha raccontato tutto questo nei suoi scatti alla ricerca della verità, immortalando il dolore, la sofferenza, le battaglie e la forza dei popoli in tutto il mondo. Un consiglio alle nuove generazioni di reporter? Lui, con tutta semplicità ha risposto: “Comprate un buon paio di scarpe e innamoratevi”. Renèe Jacobs invece ha portato avanti con maestria e amore il suo concetto di nudo artistico femminile. Una sfida quotidiana alla ricerca della forza delle donne e un’interpretazione della figura della donna come unica e irripetibile. Renèe ha fatto per anni l’avvocato ma è tornata al suo grande amore, la fotografia. In questa maniera non vuole essere lei a dare un’interpretazione della realtà e delle immagini ma lascia che le sue modelle, spesso non professioniste, siano esse stesse ad interpretare il momento e soprattutto la loro essenza e forza di donna. Sul palco anche gli oltre 200 reportage (di viaggio, cultura e sociale) pubblicati in 40 anni di carriera dal pavese Graziano Perotti, realizzati per mezzo mondo e in grado di ottenere 25 copertine su importanti magazine.

L’arte intesa come attento sguardo al corpo: concetto condiviso anche dall’orvietano Cristiano Castaldi che già conta nel suo archivio immortalate le performance dei grandi nomi della danza. Per passare a Mattia Zoppellaro e il suo Irish travellers, Luca Anzalone e la sua giovanissima quanto innovativa idea di fashion photography, fino ad Alex Coghe e la sua fotografia sociale dall’Italia fino al Messico. A Orvieto la fotografia ha anche esplorato altre dimensioni: dal fotogiornalismo, rappresentato da Maurizio Garofalo, al marketing con Mauro Lupi e all’architettura con Alessio Forlano, alla ricerca interiore con Marta Viola. Emozionante l’incontro con il fotogafo abruzzese Roberto Colacioppo, che ha toccato e indagato un tema delicato quanto stringente come il mondo della disabilità con i ragazzi del’associazione “Acchiappasogni” e il suo racconto “Io, uno di voi”.

Momento apicale della manifestazione è stata la serata dedicata al Fiof italy international photography awards (FIIPA) 2018. La serata di sabato 10 marzo, aperta dalla performance di danza “World to Come” a cura della Grace Dance Studio di San Benedetto del Tronto, ha celebrato i vincitori del prestigioso concorso aperto a professionisti e amatori di ogni nazionalità.

Vincitore assoluto dell’edizione 2018 è stato Antonio Gibotta: 29 anni, già secondo al World press photo 2017 nella categoria People con “Enfarinat”, lavoro dedicato alla cosiddetta “Battaglia degli infarinati” che va in scena ogni 28 dicembre a Ibi, il giovane reporter originario di Avellino ha portato a casa l’ambizioso riconoscimento nella categoria Professionisti, sezione Gold. Insieme a loro si è unita la delegazione del Festival internazionale di fotografia di Lishui, uno degli appuntamenti di settore più importanti della Cina: una visita che ha permesso uno scambio culturale tra il FIOF e la delegazione di Lumina, festival che lega il suo nome al concetto di “luce”, da intendersi come esplorazione e viaggio interiore. Un modo per restituire quanto maturato nel corso dell’esperienza di 53 ambasciatori italiani della fotografia a novembre 2017 in Cina, culminato nello scambio di reciproci doni tra le due rappresentanze.

Nella sezione Gold sono stati complessivamente 10 i vincitori, incluso Gibotta (categoria Story). Alessandro Colle nella sezione Advertising; Alessio Forlano nell’Architettura; Angela Potenza nella categoria Concept; Carlo Felipe Ortiz nel Matrimonio; Massimo Santi per il Paesaggio; Elisa Liguori nel Nudo; Alessandro Cinque per le persone; Giuliano Koren nel Ritratto; Frederic Gras nello Sport. L’appuntamento ha rappresentato anche l’occasione per consegnare le qualifiche QIP e premiare gli appassionati legati agli Awards, corsa nella quale il vincitore assoluto è stato Matteo Dunchi. Importante anche il coinvolgimento degli studenti: gli alunni del liceo artistico di Orvieto sono stati protagonisti di un contest fotografico, vinto da Giovanni Linguiti.

Orvieto Fotografia 2018, però, non si ferma qui e va oltre. “Tra città e Orvieto Fotografia 2018 ormai si è creata una stretta connessione – le parole della consigliera comunale Roberta Cotigni – siamo contenti di aver visto il coinvolgimento della cittadinanza e siamo felici di aver abbracciato il progetto del FIOF. Si fanno in quattro ogni anno e di edizione in edizione il livello della manifestazione è sempre più elevato”. Un concetto ribadito dal presidente nazionale del FIOF, il barlettano Ruggiero Dibenedetto: “Siamo grati all’amministrazione comunale per gli sforzi fatti e siamo consapevoli di poter fare sempre di più – il suo bilancio – noi crediamo che la fotografia sia il miglior messaggio vivente oggi sulla faccia della terra. Attraverso l’immagine possiamo comunicare qualunque cosa e le emozioni che si sono alternate a Orvieto in questi tre giorni lo testimoniano”. La manifestazione terrà legato il suo cordone ombelicale alla città fino al 25 marzo grazie alle mostre allestite a Palazzo dei Sette, il museo etrusco, Palazzo Coelli, il Pozzo della Cava e anche sulle scale mobili che conducono dal Foro Boario al centro cittadino.

La manifestazione terrà legato il suo cordone ombelicale alla città fino al 25 marzo grazie alle mostre allestite a Palazzo dei Sette, il Museo Nazionale di Archeologia, Palazzo Coelli, il Pozzo della Cava e anche sulle scale mobili che conducono dal Foro Boario al centro cittadino.