Donna

Qualche giorno fa una tragica fatalità ha spezzato la vita di una famiglia, strappando dalle braccia degli affetti un padre, marito, zio, fratello. È Giuliana Divittorio a parlare in questa lettera alla stampa, un appello che in realtà si rivolge a chiunque faccia il nostro mestiere, ma anche a chi, nella quotidianità, si ritrova a parlare senza pensare, senza alcuna colpa, se non quella di non aver riflettuto su chi in quel dolore ci vive, su chi per sempre vivrà l’assenza di un amore infinito, in un dolore che non ha parole che possano descriverlo. Ed è così che vi trasmettiamo le parole di Giuliana, nostra collega, amica, a cui ci uniamo nel dolore, che negli scorsi giorni ha perso l’amore di suo padre, la colonna portante della vita di ogni figlia, in un tragico incidente in campagna di cui vi abbiamo parlato sulle nostre pagine.

A te che hai avuto una doccia ghiacciata, un dolore inaspettato. A te, a cui è stato strappato l’affetto di un padre, un fratello o un amico. A te che ti sei trovato davanti a un corpo esanime coperto da un telo, corpo che hai riconosciuto essere di una delle colonne portanti della tua vita. A te che sei crollato sentendoti dire “avresti preferito vederlo prima, in quella situazione?”. Parole che rimbombano nella mente insistentemente e sempre più forti, parole che diventano un’ascia quando quel corpo lo vedi lì, nel pieno di quella nefasta dinamica in foto.

Lo chiamavano diritto di cronaca, diritto che trova le sue radici nella costituzione e trova attuazione nell’articolo 51 del codice penale. Diritto. É un diritto e come tale va difeso con le unghie e con i denti.

Il diritto di non vedere il braccio penzolante del tuo più grande affetto senza vita chi lo ha difeso?
Pudore, questo sconosciuto, perso tra le logiche dell’informare a tutti i costi. Ma alla fine, a quale costo umano?

Io la chiamo mancanza di capacità di valutazione di chi con sguardo esterno e oggettivo da in pasto un evento di cronaca alla collettività oltrepassando il limite del pudore, del rispetto della morte. Tanto succede agli altri, tanto non tocca mai a te.

Lo dedico a te, a te che hai il dovere di informare, a te a cui voglio dare uno spunto per riflettere sull’importanza sottovalutata del tuo compito.

Racconta, sii preciso e oggettivo. Ascolta attentamente, valuta come agire seguendo il tuo istinto e la tua esperienza. Fermati un attimo prima di cliccare sull’invio. Avresti fatto quello che stai per fare se la cosa ti avesse toccato personalmente?”

Giuliana Divittorio