“Uscir di casa a vent’anni è quasi un obbligo, quasi un dovere piacere di incontri a grappoli, ideali identici, essere e avere”: questo il motto di Davide Urso, giovanissimo (e audace) travel blogger di origine leccese, viaggiatore incallito, laureato in filosofia, amante della cucina ma soprattutto amante dei viaggi, che ha scelto di raccontarsi e raccontare la sua impresa durante la presentazione del suo libro “Diario di un’Odissea positiva” domenica 6 maggio presso il Grow Lab di Barletta. Un evento originale e inedito, che ha stuzzicato i presenti, incuriositi e divertiti dalla sagacia del giovane scrittore, che ha scelto di denudarsi umilmente al suo pubblico, confessando con intensità le emozioni ma anche le fragilità del viaggiatore.

Diario di un'odissea

Un viaggio, il suo, lungo 23mila chilometri, da Madrid a Capo Nord, che ha attraversato ben 21 nazioni e munito di poche accortezze necessarie: voglia di avventura, consapevolezza, di un budget limitato, di un’auto e di un fornelletto da campeggio. Cosa lo ha spinto ad un’avventura simile, a vivere un’Odissea rivelatasi poi sorprendente e felice? “Ognuno ha un obiettivo nella vita, il mio è conoscere; conoscere le persone, la città, me stesso. C’è un’azione che mi permette di adempiere a tutto ciò: viaggiare”: Davide sente di essere perché viaggia, di essere più acculturato, più responsabile, ma anche più povero e purtroppo, alle volte, più solo perché viaggia. Spagna, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ucraina, Transnistria, Moldavia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Austria e dulcis in fundo, il ritorno in Italia, nel suo Salento, dalla sua famiglia: realtà disparate, lontane, geograficamente, culturalmente, ognuna delle quali però ha lasciato in Davide Urso uno strascico emotivo, un ricordo, un tassello in più nel puzzle della vita.  La presentazione ha alternato momenti di dialogo fra il giovane Urso e la platea, che ha voluto soddisfare anche la minima curiosità (finanze necessarie per un viaggio del genere, quanto conti essere un uomo piuttosto che una donna per affrontarlo, come avesse realizzato i video, se avesse avuto paura della solitudine) e la proiezione di un video con le immagini e i racconti più significativi e suggestivi della sua esperienza, fino al commovente ritorno a casa, accolto dagli affetti più cari. L’avventura di Davide Urso non finisce qui: il tour del libro proseguirà fino al nord Italia, salendo lungo il versante adriatico e riscendendo poi lungo il tirrenico, munito di libri, dvd, magliette e siti su cui poterlo seguire. Non ci resta che domandare a chi come lui subisce il fascino del girovagare: Davide, la prossima volta dove ci porterai?

a cura di Carol Serafino