A venti giorni dalle Elezioni amministrative per la corsa a Palazzo di città del prossimo 10 giugno, proseguiamo con le nostre interviste ai candidati sindaco. Incontriamo Rosa Gadaleta, candidata per Rivoluzione Cristiana.

Fra i sei candidati sindaco di Barletta, unica donna anche se non possiede un bagaglio di esperienza in politica.

«Mi sento onorata di aver ricevuto questo incarico dai vertici: in primis è stato suggerito il mio nome all’interno del gruppo politico dalla Segretaria regionale e poi è stato supportato dal presidente provinciale Francesco Filannino. Questo movimento è una novità, e il 24 gennaio scorso sono stata a Roma, insieme ad altri candidati consiglieri comunali di Barletta e con la segretaria regionale, e abbiamo conosciuto il Segretario nazionale del partito, on. Gianfranco Rotondi, neoeletto deputato alla Camera. Eravamo 50 candidate donne di tutt’Italia, e io ed altre rappresentavamo la BAT. Rivoluzione Cristiana è un partito per sole donne, voluto fortemente da Silvio Berlusconi, a cui è vicino il nostro segretario nazionale, che il 28 maggio sarà a Barletta con noi per presentare alla cittadinanza tutti i candidati. Mi rivolgo soprattutto all’elettorato femminile impegnato nel sociale, casalinga o professionista».

Candidata con Rivoluzione cristiana, il cui segretario nazionale è l’ex ministro Rotondi che si è sempre definito un ex democristiano di centrodestra.

«Noi siamo la vecchia DC, anche se per le prossime elezioni abbandoniamo questo simbolo, ma comunque siamo di centro-destra moderato, quindi rappresenteremo un po’ l’ago della bilancia. Restiamo vicini all’UDC che ha bisogno della visibilità, appannata rispetto al passato, in Puglia. Mi hanno ritenuta una persona valida per poter far risalire la china a questo partito. È un partito giovane, che a breve compirà 3 anni, però è un partito nazionale. Abbiamo una nostra identità, quello è poco ma sicuro. Siamo stati contattati anche da Cannito, ma abbiamo detto di no perché abbiamo voluto conservare il nostro simbolo Rivoluzione Cristiana ed essergli fedeli, non volevamo bruciare questo simbolo per essere qualunquisti, perché all’interno di queste liste civiche c’è un miscuglio di partiti, di dubbia provenienza».32984760_10214475089844452_7404315875030859776_n

Una candidatura quasi a sorpresa, poiché fino a pochi giorni prima della chiusura delle liste si era detto che Rivoluzione cristiana avrebbe appoggiato la candidatura a sindaco di Flavio Basile (Lega). Poi cosa è successo?

«Inizialmente, Basile ci aveva inglobato e voleva il nostro appoggio, e noi eravamo tutti d’accordo, infatti avevamo presentato una lista di 32 candidati consiglieri comunali; eravamo d’accordo con il presidente Regionale, visto che siamo comunque di natura di centro-destra. Non avevamo alcuna difficoltà nell’appoggiare la sua candidatura. Poi lui ha ritenuto opportuno di correre da solo, lui dice avendo ricevuto ordini dall’alto, nonostante avesse divulgato un comunicato stampa in cui veniva fuori che il segretario, Francesco Filannino, lo supportava; ad un certo punto ha rotto questo sodalizio senza dirci nulla. Però lui usufruiva della nostra pubblicità su Facebook. È stato un tentativo subdolo da parte sua, di farci ritirare: noi eravamo convinti che ci fosse già un candidato sindaco da sostenere».

I temi culturali paiono essere al centro del suo programma elettorale: quali le priorità in questo campo?

«La cosa più importante che io inserirei per quanto riguarda la cultura e l’educazione civica, proprio come materia scolastica. Gli insegnanti devono educare, formare i più giovani, che saranno il nostro futuro, ad avere rispetto prima di tutto per se stessi e poi a tutto ciò che li circonda; capire che quando sono per strada non bisogna buttare una cicca di sigaretta per terra, o prevenire forme di bullismo evitabili, facendo capir loro che bisogna essere tutti fratelli e che bisogna volersi bene. Perché è proprio lì, dalla scuola che nascono i primi segni di insofferenza nei confronti dell’altro. Darei, inoltre, alla storia un ruolo centrale, puntando su alcune tematiche spesso poco conosciute, cominciando dalla Prima guerra mondiale. Io sono anche una reale guardia d’onore alle tombe dei Savoia e quindi conosco un po’ di retroscena della storia durante il fascismo. E poi il patrimonio artistico-culturale-monumentale di Barletta; il sito archeologico di Canne della Battaglia che ha un valore inestimabile, invidiato da tutta l’Europa e da tutto il mondo. Perché non valorizzare questi siti e dargli la giusta importanza? Perché gli uomini di domani vengono fuori con una base, una formazione culturale solida, conoscendo il proprio passato, quello dei propri avi. Abbiamo bisogno di capire il perché e il per come dei combattenti, molti soldati, in passato, hanno dato la vita perché credevano nei propri valori e in quello che facevano per cui erano disposti anche a perderla in battaglia, e di questi eroi da ricordare ce ne sono tanti a Barletta».

Cosa vuole testimoniare con la sua candidatura? Vi sentite in partita?

«Come alternativa, se dovessi essere eletta vorrei essere onesta, un politico onesto, vorrei anteporre a quelli che sono gli interessi personali, gli interessi della comunità e fare bene il lavoro di cui sarei investita nel caso dovessero eleggere la sottoscritta. Questa è la prima volta che mi candido, se sarò eletta e non tratterò alcune delle tematiche che noi proponiamo come programma elettorale-amministrativo, solo allora i cittadini potranno rinfacciarmelo; ai posteri l’ardua sentenza. Io credo di essere in partita, la gente trae le sue conclusioni. Perché non siamo mai stati effettivamente in carica, per cui dovremmo essere favoriti per questo, i barlettani sono stanchi di vedere le solite facce lì a non dar seguito a nessuna promessa».