«In questi giorni, mentre nella Corea del nord si spegne il reattore nucleare, nella città marinara di Barletta si accende una virtuosa dialettica inondando non solo la campagna elettorale, ma anche le stesse speranze progettuali per l’immediato futuro della città. E la questione ambientale torna a galla coinvolgendo un po’ tutti». Così Nicola Palmitessa, direttore del Centro Studi “Cittadella Innova” introduce la sua nota sulle questioni ambientali e sulla questione città marinara inserite nell’ambito della campagna elettorale.

«Il Direttore della Commissione diocesana per i problemi sociali e custodia del creato, Don Matteo Martire, tra l’altro ha affermato che “La Chiesa non si schiera a favore di alcuna parte politica”, ecco per tutti alcuni generali: “Obbiettivi primari e irrinunciabili nella composizione delle linee programmatiche devono essere: l’uso corretto e il rispetto delle risorse naturali del territorio; lo studio e la realizzazione di progetti e interventi per moltiplicare le possibilità di lavoro dignitoso”. Pertanto, si invita “ai candidati di professione di non presentarsi agli occhi degli elettori come gli unici e più credibili interpreti della Dottrina sociale della Chiesa e dei valori da essa affermati”. Infine, “L’augurio più sincero è che gli amministratori e cittadini, per un impegno orientato a dare senso e valore autentico al concetto di bene comune”.

Intanto, proprio sull’uso delle risorse territoriali, Confindustria Bat e sindacati siglano un Patto per lo sviluppo. Sulla questione ambientale, l’avv. Michele Cianci, si conferma propizievole un po’ per tutti, giacché non se la sente affatto di tifare per certi “ambientalisti, che definirei leoni da tastiera”. A sua volta il candidato sindaco 5stelle, Michelangelo Filannino, scopre che tre anni fa la Provincia avrebbe autorizzato l’incenerimento di 65.000 tonnellate annue di rifiuti presso la Buzzi Unicem. Perciò utilizzando un’espressione marinara, sostiene: “dobbiamo cambiare rotta radicalmente”. Quanto al suo sottile piglio ironico, l’avv. Raffaele Fiore, passando in rassegna un certo profilo psicologico comportamentale su nostri tre bravi senatori, ammonisce: “Potrebbero far molto, invece, come sul dirsi, mettendoci la faccia”. Sulla questione Timac l’altro candidato sindaco, Mino Cannito: sollecitando anche l’intervento della Regione, sostiene “sono con i lavoratori e sono per la salute e il benessere della città”. E lo slogan politico che lo caratterizza “io sono contro la partitocrazia” avrebbe ingessato per anni la città.

E che si dice sulla città marinara? Pare riemergere proprio sulla questione ambientale. I giornali annunciano da anni i solerti ed eterni lavori all’imboccatura del porto da parte dell’Autorità di sistema portuale MAM. In realtà, si tratta delle solite chimere dovute alla lentocrazia burocratica, quindi la solita pagina triste della nostra marina portuale. E se il maltempo apre una voragine a Ponete nei pressi del Canale H, la questione ambientale si sposta sulle aree più a rischio, ma anche tre le più dimenticate e bistrattate.

Infatti scrive il geologo prof. Ruggero Dellisanti: “Lo sviluppo della costa all’interno della fascia demaniale è rilevante per lo sviluppo socio-economico della costa nell’ottica eco-sostenibile in grado di far riscoprire, come sostiene il Dott. Nicola Palmitessa, la vocazione di Barletta quale città marinara”. E’ quindi condivisibile l’auspicio di Dellisanti, che il nuovo Consiglio Comunale possa individuare il più presto possibile la nuova dividente demaniale per progettare il futuro sviluppo turistico del litorale.

Inoltre, i problemi sulla erosione della costa la città di Rimini li avrebbe risolti efficacemente con il semplice ripascimento di sabbia e acqua, mentre quelli sul lungo litorale di levante di Barletta, fatti di pietrisco, si sono rivelati inutili e dannosi, neutralizzando anche la balneazione stagionale. Per finire, Domenico Dalba, ci offre la sua “Lezione del mare a bordo di una barca a vela”.

L’invito che rivolgo ai nostri cari candidati, è di considerare le progettualità sulla città marinara, come un bene comune per la cittadinanza e la stessa classe dirigente, ma ancora da valorizzare a pieno titolo nelle loro promesse elettorali. Se dei progetti presentati dal nostro Centro studi, non si trovano tracce nei cassetti Comunali, ora sono state redatte ulteriori linee programmatiche e progettuali. Difficili da copiare, se non stravolgendoli. Arrecando danno al senso della dignità delle persone che ci hanno lavorato orientati all’effettivo, vero bene comune. Pertanto, ci rendiamo tuttavia disponibili per un confronto costruttivo sulla città marinara».