Cinzia Conteduca, la ricercatrice barlettana attualmente residente a New York per sviluppare i suoi studi sul tumore alla prostata, per il secondo anno, in questo 2018, ha vinto il Merit Award Asco, per una ricerca che si avvale dello studio delle alterazioni genetiche per risalire al DNA tumorale circolante nel paziente in questione. Una metodologia che si identifica come una grandissima evoluzione per lo studio delle terapie da somministrare a pazienti affetti da carcinoma della prostata. Abbiamo chiesto alla ricercatrice e dottoressa originaria di Barletta di raccontarci la sua esperienza in qualità di vincitrice, per il secondo anno consecutivo, di tale prestigioso premio internazionale.
Per il secondo anno vincitrice del premio internazionale dell’Oncologia. Che emozione si prova?
«Ricevere il premio internazionale di oncologia anche quest’anno duplica indubbiamente la mia gioia e soddisfazione, perchè veramente inaspettato, considerando la difficoltà ad ottenere un riconoscimento cosi prestigioso per due anni consecutivi».
Il riconoscimento è avvenuto sempre nell’ambito della stessa ricerca?
«Il premio di quest’anno rappresenta la continuazione del premio già ottenuto l’anno scorso. Grazie allo studio delle alterazioni genetiche del recettore degli androgeni a livello del DNA tumorale circolante, il mio lavoro mira ad identificare la presenza di biomarcatori nel sangue dei pazienti affetti da carcinoma della prostata. Lo studio multicentrico di quest’anno ha incluso non soltanto pazienti trattati con le terapie ormonali, ma anche con la chemioterapia, in modo da avere un panorama globale del trattamento del tumore della prostata e selezionare i pazienti giusti per ciascuna terapia».
Il valore della ricerca al giorno d’oggi: è degnamente riconosciuto?
«Negli ultimi anni, si sono fatti notevoli passi avanti nel campo della ricerca scientifica a livello internazionale; tuttavia, ancora tante cose devono migliorare, soprattutto nel nostro Paese, lasciando più spazio ai giovani ed alla meritocrazia».
Cosa c’è nel futuro di Cinzia Conteduca in qualità di ricercatrice?
«Sicuramente sempre la ricerca scientifica abbinata all’attività di medico a mio avviso, un connubio indissolubile. Per un anno circa continuerò ad essere a New York, alla Weill Cornell Medicine, per ampliare i miei studi clinico-molecolari sul tumore della prostata, sempre in collaborazione con il mio ospedale, l’Istituto di Ricerca Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) di Meldola (FC) e con gli Istituti di Londra e Spagna, per poi rientrare in Italia portando con me il grande bagaglio umano-professionale acquisito in questi anni all’estero».