Un progetto di ricerca del barlettano Ruggiero Quarto, studente del corso di laurea magistrale in Scienza e Tecnologia dei Materiali, è stato presentato all’ISA, la più grande conferenza di chimica analitica a livello nazionale, organizzata dalla Società Chimica Italiana, che si è tenuta a Cagliari dal 5 all’8 giugno.
In particolare, il suo progetto sulle nanoparticelle antibatteriche è stato presentato nell’ambito degli Incontri di Spettroscopia analitica, una branca della chimica analitica. Nel corso di un’intervista per la nostra testata, ci ha spiegato gli elementi chiave della sua ricerca: «Le nanoparticelle antibatteriche servono per combattere le infezioni, arginando il problema della farmacoresistenza che ostacola il lavoro degli antibiotici classici. I batteri, infatti, sviluppano meccanismi di resistenza che rendono gli antibiotici sempre meno efficaci. Le nano particelle sono sistemi alternativi, che intaccano i batteri utilizzando vari meccanismi di azione, in modo che i batteri non possano difendersi».
Un progetto, questo, nato nell’Università di Bari e arricchito dall’esperienza in un centro di ricerca dell’università tedesca di Ulm. «Mi occupo di questo progetto dal 2016, all’interno del gruppo di ricerca del professor Cioffi e della dottoressa Sportelli – ha aggiunto- Nella prima parte del progetto mi sono occupato di sintetizzare materialmente le nanoparticelle con metodi chimici ed elettrochimici e di fare dei primi test. Nel corso della laurea magistrale ho continuato con lo stesso gruppo , occupandomi di testare questi materiali antibatterici. Abbiamo sfruttato una collaborazione con l’università di Ulm, presso la quale ho richiesto una borsa di studio Global Thesis, messa a disposizione dall’università di Bari. Qui ho potuto testare il loro funzionamento a contatto con i batteri e ho cominciato degli studi preliminari sul biofilm, una struttura batterica molto resistente. Proprio questi sono gli studi presentati a Cagliari».
Ma Ruggiero ci tiene a precisare di non essere una rarità sul nostro territorio, di aver svolto il suo lavoro grazie a tutor eccellenti e che le sue esperienze sono comuni a molti suoi colleghi. «Ho avuto la fortuna di incontrare delle eccellenze nel mio percorso. Questo filone di ricerca è nato proprio a Bari, contestualmente ad altre città nel mondo. Purtroppo queste competenze non sono sempre valorizzate a causa della mancanza di fondi, e spesso si è costretti a spostarsi. In Germania ho avuto la possibilità di utilizzare strumenti che a Bari scarseggiano. Nel futuro vorrei provare a restare sul territorio per continuare a sviluppare queste idee e le loro applicazioni. Mi auguro che la situazione drammatica della ricerca in Italia subisca una svolta e che le eccellenze vengano valorizzate e abbiano la possibilità di sfruttare le loro capacità».