Parla di “coraggio” e “libertà personale”, il nuovo Sindaco decisionista presentando la sua Giunta, sabato mattina a Palazzo di città. Una scelta che ha fatto seguito ad una ‘vivace’riunione di notte con le forze delle liste civiche che lo hanno sostenuto per le elezioni; si è arrivati addirittura a minacciare le dimissioni immediate da parte del Sindaco, non riuscendo a trovare il modo di accontentare tutti i desiderata di un gruppo troppo grande, che ha dovuto imbarcare un po’ di tutti per trionfare al primo turno delle Amministrative del 10 giugno. Sicuramente ha dovuto pronunciare molti no, visto i nomi decisi; ma probabilmente ha risposto alla richiesta dei tanti barlettani che hanno creduto in lui per porre un freno al solito “assalto alla diligenza”, ricercando una speranza che ridia dignità alla politica ma soprattutto alla non prosecuzione di giochetti di potere che finiscono per rendere ostaggio il Primo cittadino, cosa spesso annunciata puntualmente da tutti in passato. La presidenza del Consiglio comunale è andata a Sabino Dicataldo, che può vantare una sua più lunga esperienza consiliare, riuscito a spuntarla su Rosa Tupputi la più suffragata non solo della stessa lista (Buona Politica) ma in assoluto, che interviene con una nota ufficiale al Sindaco invitandolo ad usare il “buon senso e a smarcarsi da chi vuole tenerlo sotto scacco”; dunque anche il criterio numerico è stato messo da parte, finalmente. La Buona Politica è la lista più significativa della “operazione politica” che ha portato parte di quel centrosinistra vicino al PD a sostenere la coalizione detta del “buon governo”, con il suo presidente, che condivise la nascita di questo movimento politico con il suo fondatore Francesco Salerno. Degna di nota la rappresentanza di vicesindaco a Marcello Lanotte, anche lui un regista della coalizione civica trasversale, e per giunta ha consentito il ritorno in Consiglio di Pier Paolo Grimaldi. In Giunta anche Gennaro Calabrese, che fa tornare in Consiglio Pino Di Paola; Gennaro Cefola a Luigi Antonucci; Michele Lasala al primo dei non eletti Salvatore Lionetti.

Dunque una scelta coraggiosa, di cui tuttavia dobbiamo evidenziare alcune criticità cioè la non assegnazione delle deleghe assessorili prima di scegliere i nominativi, come a dire che prima vogliamo le persone e poi le competenze; inoltre, la rappresentanza femminile per ora viene soltanto assegnata a Lucia Ricatti, ben lontana dalla percentuale del 40% prevista per legge; anche per questo si dovrà provvedere ad una rivisitazione dei ruoli principali, con un occhio puntato alle nomine di sottogoverno (Bar.s.a. ecc.). Una squadra formata solo da sette assessori più Cannito non può resistere per una coalizione formata da 10 liste. La prossima prova del nove sarà il primo Consiglio comunale: al primo sgambetto della sua maggioranza si avranno le dimissioni e tutti a casa?