Come abbiamo avuto modo di apprendere ieri attraverso gli organi di stampa, è in atto una spaccatura nella maggioranza che ha trionfato alle elezioni Amministrative eleggendo il sindaco Mino Cannito. Da più tempo abbiamo ritenuto questa maggioranza, frutto di una “operazione politica”, forse troppo allargata, ma non nel senso più strettamente politico (ad esempio fra destra e sinistra), ma nella logica della costruzione di gruppi di forza, o di potere che dir si voglia, che oggi decidono di mettere in atto una dannosa prova muscolare, simile a quella a cui siamo stati abituati in tutti questi anni di amministrazione Cascella e Maffei prima. Il trionfo elettorale del Sindaco si deve certamente a questa estrema apertura, al “tutti dentro”, ma leggiamo anche a una volontà popolare di disfarsi di quegli ingombri del passato, affidandosi alle garanzie promesse dall’ esperienza non solo professionale, ma anche politica del nuovo Primo cittadino di Barletta. Ben nove consiglieri su venti cui può contare l’attuale maggioranza in Consiglio comunale hanno sottoscritto un documento dissociandosi dalle scelte fatte da Cannito per la composizione della Giunta e sulla indicazione di eleggere presidente del Consiglio comunale Sabino Dicataldo, sostenendone invece il nome del consigliere Antonello Damato. Con questo documento si è invitato il Sindaco a riflettere “al fine di proseguire un’esperienza collaborativa”.

Una posizione su cui non c’è ancora una risposta ufficiale da parte di Cannito che si avvale di compiere un’attenta riflessione sul documento ricevuto «senza nessun tipo di influenza da pseudo-accordi preelettorali o post-elettorali, in assoluta autonomia e libertà». Esattamente quello che vorrebbero sentirsi dire i cittadini, speranzosi di una classe politica dirigente della città, che non ricada negli errori del passato. Ad ora potremmo ipotizzare che Cannito, con il suo carattere orgoglioso e coerente ad oltranza, voglia tener duro fino alla prima seduta consiliare, probabilmente entro fine mese, restando sul nome di Dicataldo; anche perché tale vittoria o sconfitta potrebbe segnare definitivamente il percorso di questa consiliatura. Qualcuno ha già ipotizzato il sostegno esterno da parte del gruppo consiliare del PD, per lo meno tra coloro vicini a Mennea, che però smentisce e rimanda prima ad una discussione interna. Anche le altre opposizioni potrebbero pensarci, magari svincolandosi da una visione piccola e ‘provinciale’. Ma si avrebbero conseguenze notevoli comunque. Possiamo sottolineare soltanto che i componenti delle sei liste “ribelli” che hanno firmato il documento, non rappresentano gli altri consiglieri eletti nelle loro stesse liste, che invece sottolineano “La non coerenza con le decisioni prese dalla stessa maggioranza in precedenza: utilizzare il criterio di un assessorato per lista, più uno per la Presidenza del Consiglio”.