In occasione della seconda edizione del Torneo Antirazzista organizzato da BOB- Sport Summer Days, venerdì 13 luglio Ezel Anarşik Qertel Alcu, attivista e combattente kurda, ha presentato il suo libro “Senza chiedere il permesso. Il Mondobastardo”, edito da End Edizioni.
Questo libro è stato scelto poiché tratta tematiche affini a quelle dell’antirazzismo, in quanto la protagonista racconta la sua storia da rifugiata politica, la repressione subita per il semplice fatto di appartenere a un popolo diviso in quattro stati con regimi oppressori.
«Il libro raccoglie una serie di poesie, racconti e fotografie realizzati durante i miei viaggi in Kurdistan siriano e in Kurdistan iracheno- ha dichiarato l’autrice nel corso di un’intervista per la nostra testata– Scrivo poesie sin da quando ero piccola, ma non mi sarei mai aspettata di pubblicare un libro. Sono stati i miei insegnanti di italiano che hanno deciso di pubblicare i miei scritti. La scrittura è il mio modo di dare sfogo alla mia parte emotiva. All’esterno appaio molto forte e dura, mentre quando scrivo emerge una persona completamente diversa, insieme a tutta la mia sensibilità».
Parlando della situazione in Bakur, il Kurdistan turco, Ezel ha spiegato:« In Turchia dal 2015 Erdogan occupa il governo e ha instaurato un sistema dittatoriale moderno. Un sistema in cui studenti, giornalisti, avvocati, vengono condannati all’ergastolo, mentre non c’è una tale pena per gli stupratori. C’è una mentalità maschilista e retrograda che ha portato a una situazione di sfruttamento delle donne e dei bambini. Il suo tentativo di reintrodurre la pena di morte è finalizzato al fare piazza pulita degli oppositori politici. Ma non riuscirà a mettere a tacere la voglia di ribellione. Noi kurdi siamo già stati uccisi, sterminati, bruciati vivi nelle cantine durante il periodo di coprifuoco in Turchia. Quindi la morte non ci fa paura. E in particolare noi donne rivendichiamo la libertà e non accettiamo che il nostro corpo sia sfruttato per scopi politici».
Le donne hanno un ruolo fondamentale nel movimento di liberazione del Kurdistan e nella società curda, come racconta l’autrice del libro:« Il movimento delle donne kurde propone un modello molto emancipato, dove le donne hanno totale autonomia. In ogni assemblea c’è un rapporto di una donna per ogni uomo, e abbiamo una quota di 50% di donne nelle elezioni. Le donne sono al centro del nostro sistema di confederalismo democratico. Abbiamo deciso di combattere non solo contro il patriarcato, ma anche per difendere la nostra terra».
Nel corso dell’evento c’è stato inoltre un collegamento telefonico con i combattenti italiani delle YPG impegnati a combattere l’Isis in Siria, i quali hanno spiegato cosa significa prendere parte a questa rivoluzione, che non riguarda solo il popolo curdo ma chiunque ami la libertà.