È chiaro che in queste ore le certezze non appartengono agli osservatori della politica locale, in quanto probabilmente di certezze non ce ne sono neanche tra i politici. La settimana che sta per cominciare potrebbe essere quella decisiva per l’Amministrazione Cannito: venerdì 3 agosto si riunirà il primo effettivo Consiglio comunale in cui gli occhi saranno puntati sull’elezione del Presidente del Consiglio. Era trapelata la notizia, da una riunione svoltasi nella settimana scorsa fra i nove firmatari dissidenti nella maggioranza e il Sindaco, per cui i dissapori erano stati risolti con la scelta del consigliere Ruggiero Dicorato per la presidenza. Insomma una mediazione, tuttavia più favorevole ai dissidenti visto che lo stesso era tra i firmatari, che però è stata smentita poche ore dopo dallo stesso Dicorato in un’intervista. Questa sarebbe una resa di Cannito perché comunque avrebbe fatto un passo indietro rispetto alla prima scelta di Dicataldo, e poi sarebbe una contraddizione con le sue parole stesse in quanto non aveva affidato nessun ruolo alla lista “Cannito sindaco”, di cui Dicorato è risultato il più suffragato, ricoprendo già lui stesso il ruolo di sindaco.

Quindi oggi è prevista un’altra riunione, si sta cercando di trovare la quadratura del cerchio, ma questo potrebbe essere impossibile. In mancanza di un accordo ricordiamo che lo stesso Sindaco aveva annunciato di dimettersi, perciò l’ipotesi già da noi avanzata negli scorsi giorni resta valida: forse il Consiglio comunale di venerdì andrà deserto, dando più tempo ad ulteriori accordi di maggioranza. Rifletterà anche l’opposizione, anche se non lo ammette (il voto è segreto). In gioco non c’è soltanto la nomina o meno di un presidente, ma la linea politica che questa maggioranza potrà o meno seguire nei prossimi anni. I dissidenti pare che restino sulla linea di Antonello Damato per la presidenza; in questo caso si dovrà cercare un assessorato per la Buona Politica, magari per la donna mancante. Tuttavia, la città non può più aspettare! La politica locale democratica necessita dell’azione di un Consiglio comunale funzionante, e non dell’azione soltanto di una Giunta, neanche completa, che non può svolgere le funzioni della massima assise cittadina. I conti devono tornare.