La Politica è l’arte di fare il bene comune, e non il perseguimento di ambizioni di parte. Un grande polverone su queste dimissioni del sindaco Cannito anche sui social, nei commenti da bar, al mercato, esprimendo chiaramente i diversi punti di vista: certamente il peccato originale commesso è stato quello di proporsi alle elezioni Amministrative del 10 giugno scorso con una coalizione che già avevamo definito “troppo larga”. Questo, tuttavia, avrebbe potuto consentire almeno l’avvio dei lavori del Consiglio comunale; inoltre, è noto che le problematiche non derivano da una troppo ampia apertura politica (cioè da destra a sinistra), ma si tratta di un’opposizione dissidente interna alla maggioranza assolutamente trasversale, che si dimostra tra eletti di alcune liste, diversamente da altri eletti in quelle stesse liste. Qualcosa vorrà dire che se troviamo una Stella Mele (eletta in Forza Barletta) fra i lealisti a Cannito, in coerenza con la sua candidatura nella grossa coalizione, e Giuseppe Losappio (eletto sempre nella stessa lista) fra i dissidenti, scesi ormai a otto dopo la dichiarazione di sostegno per il Sindaco di Rosa Tupputi (Buona Politica). I patti dovevano essere chiari da subito: il Sindaco ha comunque beneficiato dei voti ottenuti anche dai dissidenti. Il problema di adesso è proprio la mancanza di politica e per questo si naviga a vista.

Si parla in maniera controversa di regie esterne, ascrivibili al consigliere regionale Caracciolo e dunque a Michele Emiliano. Può darsi, ma la spinta personalistica, a nostro parere prevalente in alcuni consiglieri comunali, spinge a non aderire a disegni di macchinazioni politiche, magari esistenti alla sorgente, ma che verrebbero meno alle ambizioni dei consiglieri dissidenti, molti eletti “per miracolo” e che difficilmente rincontrerebbero una così fortunata campagna elettorale. Il Sindaco si è mosso nel migliore dei modi possibili dal suo punto di vista, poiché è riuscito a mettere un raggio di abbagliante luce sulla situazione politica che lui stesso ha contestato in questi anni di opposizione alla precedente amministrazione Cascella, e aggiungiamo alla stessa di Maffei. La situazione va cambiata, e non basta una semplice trasfigurazione completa come propongono altri. Le case vanno costruite mattone su mattone, ripristinando ciò che ha funzionato nel passato, e costruendo le nuove azioni per il futuro. Aggiungiamo che Cannito, vecchia volpe della politica locale, sta raccogliendo intorno alla propria persona un consenso sempre maggiore dai cittadini sia che lo hanno votato, sia da quelli che ora ammettono le qualità di coerenza e anche di coraggio del Primo cittadino. Certo, questa impasse, che ha anche ricevuto un’attenzione mediatica a livello nazionale come, forse unico, esempio di sindaco che si dimette dopo meno di due mesi dalla sua elezione per problemi interni alla propria maggioranza, non dà un bello spettacolo. Ieri pomeriggio, dopo le 48 ore previste per legge, c’è stata una nuova convocazione (terza) della seduta consiliare andata, però, “deserta” come già preannunciato dal Sindaco, con l’assenza della maggioranza.

Opinione di molti è che la crisi era prevedibile dopo essersi presentati con ben 10 liste “civiche”, ognuna con appetiti particolari. A questo punto, il Sindaco ha rassegnato le dimissioni lunedì facendo partire il conto alla rovescia: se entro 20 giorni non si trova un accordo si va tutti a casa. Per essere subito commissariati almeno fino alla prossima primavera, portando avanti soltanto l’urgente e l’ordinaria amministrazione. Sicuri che ci convenga? I cittadini non valgano opportunità e convenienze personali. La città ha già aspettato fin troppo. L’equilibrismo di Cannito pare che abbia fallito: per questo si è rivolto in ultima istanza a tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale per trovare una soluzione. Le opposizioni devono lavorare non in nome di una possibile futura vittoria o rinascita elettorale, anche questo sarebbe uno sgarbo ai cittadini. Ma pare che dagli incontri di ieri con i rappresentanti delle opposizioni non sia venuto fuori nulla. La perdita di tempo non ci favorisce.