Da una tragedia immane ad una nuova vita. Una forza inestimabile da sottolineare ed apprezzare. E’ quanto accaduto alla famiglia di Giuseppe Ruta, il giovanissimo 18enne di Trani, deceduto a seguito dell’incidente stradale di una settimana fa a Corfù, in Grecia. Rientrato sabato pomeriggio in Italia, in condizioni gravissime, grazie al volo organizzato dalle autorità italiane e greche, trasferito al Policlinico di Bari, la situazione è precipitata lunedì sino al decesso avvenuto proprio nella serata. A quel punto i genitori del giovane ragazzo hanno deciso di avviare le procedure di espianto degli organi.

Organi che salveranno la vita a non meno di sei persone, ma potrebbero esser anche otto, tra cui due piccolissime vite. Un gesto che va ben aldilà della semplice comprensione pratica, un gesto che trasforma un dramma in una nuova via della vita. A testimonianza che a questo mondo vi è ancora una fiammella di speranza per un atto di vero amore verso il prossimo. Tecnicamente il fegato sarà “splittato”, come si dice in gergo, per terminare a Roma e Palermo dove sarà impiantato in due piccole bambine che ne necessitano. Il cuore è già arrivato a Bergamo mentre i polmoni sono stati trasportati a Padova. Reni e cornee saranno reimpiantati nella stessa Bari. L’espianto multiorgano è stato eseguito ieri all’interno del Policlinico da una equipe coordinata dal Prof. Gesualdo Loreto. L’espianto è stato anche reso possibile grazie all’autorizzazione arrivata dalla Procura di Bari, che indaga sull’accaduto, e che non ha ritenuto necessario sottoporre ad autopsia il corpo del ragazzo.

Un coraggio ed una forza immane per i genitori del giovanissimo Giuseppe, che vale da insegnamento vero per una comunità che vuole chiamarsi davvero comunità.