È tornato a riunirsi, ieri pomeriggio, il Consiglio comunale presso la sede della sala consiliare di via Zanardelli, dopo un mese e mezzo dalla scorsa convocazione chiusasi con la dichiarazione di dimissioni da parte del sindaco Mino Cannito. Come abbiamo più volte scritto, la crisi si è risolta o meglio è intervenuta una pacifica tregua nella maggioranza consiliare: il Sindaco è riuscito a rompere l’unità d’intenti degli otto consiglieri “dissidenti”, con la nomina dei due assessori Passero e Ciniero, diciamo così non malvoluti da nessuno. Già da giorni era noto che la questione della nomina del Presidente della municipalizzata Bar.s.a. fosse una questione da accantonare, almeno per ora, anche se si pensa che andrà alla lista di Forza Barletta poiché è l’unica rimasta senza assessorati.

Già martedì sera si è svolto un preconsiglio, in cui la maggioranza ha deciso di non decidere: infatti, nella riunione del Consiglio di ieri è stato chiesto il rinvio del punto all’ordine del giorno che riguardava le elezione del presidente del Consiglio comunale. Quindi, ieri ci si è dovuti accontentare con la nomina delle Commissioni consiliari e dei relativi presidenti. Il consigliere Losappio ha richiesto il rinvio, perché la maggioranza «non ha avuto tempo sufficiente per trovarne un nome in accordo per la Presidenza, dopo il superamento della crisi». Magari si tratta di un altro escamotage politico, per andare avanti senza mettere nessun cappello su questa nomina. Il consigliere Divincenzo (PD), come anche il consigliere Delvecchio (PD), dall’opposizione hanno voluto sottolineare il fatto che tale ennesimo rinvio indica soltanto che il momento di frattura nella maggioranza di governo non è assolutamente superato. Il consigliere Basile (M5S) ha aggiunto la necessità di scegliere un presidente, anche per svincolare l’attuale Presidente Carone che fa parte del proprio gruppo consiliare, svolgendo questa incombenza come “consigliere anziano” (cioè il più suffragato della lista più suffragata). È chiaro che il problema c’è ed è tutto politico interno alla maggioranza, ma non può ricadere meramente su un ruolo istituzionale rallentando la macchina amministrativa, come dimostrato nella assise consigliare di ieri. Fortemente criticata dalle opposizioni la “logica spartitoria” soggiacente a quest’Amministrazione. «Vogliamo portare nella prossima seduta consiliare – ha detto il Primo cittadino – le Linee di mandato di quest’Amministrazione, e ci stiamo impegnando, cosa mai accaduta prima, per portare in Consiglio entro il mese di novembre il Bilancio di previsione 2019» e ha proseguito elencando diverse problematiche su cui pare stia mettendo mano la nuova Amministrazione «Noi ci stiamo mettendo l’anima, il cuore, il coraggio per risolvere i problemi della città. Non credo che l’elezione, o la mancata elezione, di un Presidente del Consiglio comunale sia una delle principali problematiche per Barletta».

È pesata certamente fin dall’inizio l’assenza dei due consiglieri di maggioranza, eletti nella lista “Scelta popolare”, Grimaldi e Maffione. Colpo di scena, dopo la ripresa del Consiglio, si è potuto procedere alla votazione del Presidente su proposta accettata proprio dalla maggioranza, mossa audace quanto inutile visto che non ha prodotto risultato; non solo, ma in seguito a questo: «resasi ormai palese la non volontà di quest’assise di trovare un Presidente, ritengo la mia funzione conclusa» con queste parole ha abbandonato lo scranno presidenziale la consigliera Carone (M5S). Per legge si è passati al secondo più suffragato della lista più suffragata, cioè il consigliere Coriolano (M5S) che però ha subito rifiutato, in polemica con quanto stava accadendo nella maggioranza, anche se la sua accettazione sarebbe stata puramente tecnica come previsto dalla legge, e non di natura politica. Nello stesso modo ha deciso il consigliere Basile, sempre del Movimento 5 Stelle. Comunque, ancora scalando, grazie all’aiuto tecnico del Segretario generale, si è arrivati al nome del consigliere Divincenzo (PD) che ha accettato «per rispetto di quest’assise». In polemica con la scelta di rifiutare dei tre consiglieri pentastellati, il consigliere Mennea (PD) ritenendolo irrispettoso verso l’istituzione: «Questo Consiglio comunale non si può fermare per i giochetti politici di strumentalizzazione, per questo invito il segretario comunale a compiere un approfondimento in materia», poi ha bacchettato la maggioranza “impreparata”. Lunga discussione riguardo al rifiuto per la presidenza temporanea da parte dei consiglieri del M5S. Poi il sindaco ha rispettato le formalità di nomina della Giunta comunale con le rispettive deleghe per gli assessori, rimandando il proprio giuramento a quando saranno completate le deleghe ufficiali del Consiglio comunale.

Elette poi tutte le Commissioni consiliari permanenti. Approvati, infine, anche i punti riguardanti la gestione associata del Servizio  finanziario con il Comune di Trani e della Segreteria Generale con il Comune di Trinitapoli.