In occasione della Settimana Nazionale della Dislessia, organizzata dall’Associazione Italiana Dislessia, giovedì 4 ottobre si è tenuto presso l’istituto Garrone di Barletta un incontro dal titolo “DSA: dalla diagnosi alla maturità… un percorso di collaborazione”.
I DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) sono disturbi nell’apprendimento di alcune abilità specifiche come ad esempio la lettura, la scrittura e il fare calcoli, che non permettono una completa autosufficienza nell’apprendimento durante il periodo scolare.
L’iniziativa prevede un articolato programma di eventi di informazione e sensibilizzazione, su tutto il territorio nazionale, organizzati a livello locale da oltre 1.000 volontari, di oltre 80 sezioni AID.
«La puglia è una regione in cui l’AID lavora molto bene.- ha dichiarato Mara Lentini Graziano, presidente AID nelle province di Bari e della Bat- abbiamo sezioni in ogni provincia che lavorano in sinergia. L’AID lavora con le istituzioni, le Asl, che ci forniscono la diagnosi corretta e tempestiva e che forniscono informazioni alle scuole. Anni fa i ragazzi DSA avevano un percorso scolastico poco gratificante, e di conseguenza finivano per svolgere un lavoro non sempre adatto a loro. Oggi, anche grazie al lavoro delle istituzioni, le scuole sono molto più informate e molti di loro riescono a laurearsi, raggiungendo i loro obiettivi».
Realizzare una didattica inclusiva significa non solo capire le specificità dello studente, ma anche aiutarlo a sviluppare le sue capacità, riconoscere le differenze tra i vari DSA e elaborare strumenti per tutti. Lo scopo degli eventi organizzati durante la Settimana Nazionale della Dislessia è informare, formare, accendere le potenzialità dei ragazzi DSA, in modo che le istituzioni e le famiglie collaborino nel sostenerli.
L’incontro si è poi arricchito grazie alla testimonianza di Antonio, ragazzo dislessico, che ha raccontato la sua storia, tra i primi problemi con la dislessia durante la scuola elementare, quando ancora non si conosceva questo disturbo, la diagnosi ottenuta a Bologna e i successivi anni scolastici. Professori comprensivi e altri meno preparati, compagni talvolta spietati e a volte amichevoli hanno segnato il suo percorso di studi. Ma Antonio non ha mai perso la voglia di informare riguardo la dislessia. «Non mi sono mai vergognato di essere un ragazzo dislessico,- ha affermato- ne ho sempre parlato con i miei professori che talvolta non erano a conoscenza di questo disturbo e con i miei compagni, organizzando incontri informativi anche in altre classi. Il mio percorso di studi non è stato semplice, ma sono riuscito a sviluppare un metodo di studio che mi accompagna anche ora all’università, dove studio scienze motorie. La famiglia è stata per me molto importante. Mia madre è sempre stata dalla mia parte, e come coordinatrice regionale dell’AIS ha contribuito a creare una didattica inclusiva. Quando si crea un lavoro di squadra tra scuole e famiglie si possono superare tutte le difficoltà».