La città della Disfida può vantare tra i suoi illustri concittadini del passato, uno dei pennelli più ammirati ed apprezzati dell’Ottocento: Giuseppe De Nittis. Nacque a Barletta il 25 febbraio 1846, figlio di don Raffaele De Nittis e donna Teresa Emanuela Barracchia. Orfano sin dalla prima infanzia il piccolo Giuseppe crebbe con i nonni paterni e seguì un importante apprendistato presso un pittore barlettano: Giovanni Battista Calò: l’inizio di una passione infinita. Seppur contro il volere della sua famiglia si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Napoli e coltivò sin da giovanissimo un’indole indipendente ed insofferente nei confronti degli schemi. Espulso per indisciplina, più tardi decise, con altri pittori del suo tempo, di dedicarsi alla composizione all’aria aperta, specializzandosi con grande maestria nella riproduzione di paesaggi barlettani e partenopei. Fu tra i fondatori della Scuola di Resina, una corrente italiana ispirata al Realismo.
A Firenze si avvicinò ai Macchiaioli, girò l’Italia passando per Napoli, Palermo, Barletta, Roma, Venezia e Torino, trasferendosi infine a Parigi nel 1867, dove sposò la parigina Lèontine Lucile Gruvelle, che ebbe una notevole influenza sulle sue scelte artistiche e culturali, insieme a Parigi, una città che non poteva lasciare indifferente il nostro conterraneo, così pronto ad accogliere l’arte e la bellezza e a reinterpretarle nelle sue opere.
Tra strade di campagna, giovani dame parigine e soggetti incantevoli, De Nittis si guadagnò l’appellativo di Peintre des Parisiennes, ovvero pittore delle parigine, prediligendo queste come soggetto delle sue opere. Nel 1874 raggiunse il culmine della sua fama con l’esposizione nello studio del fotografo Nadar: sarà la nascita dell’Impressionismo.
Grandi onori gli furono riservati nell’Esposizione Internazionale Parigina dove fu insignito della Legion d’onore e una delle sue opere fu acquistata dal governo per il Museo del Lussemburgo. Dotato di grande indipendenza stilistica fu più volte assoggettato ai Macchiaioli e agli Impressionisti, ma mantenne costante quel tipico piglio di orgoglioso artista nato nel Sud dell’Italia. Morì a causa di un ictus cerebrale e oggi le sue spoglie riposano in uno dei musei più celebri al mondo, Pere Lachaise, che conserva le spoglie tra gli uomini più illustri e gli artisti di maggior fama internazionale.
Alexandre Dumas figlio scrisse il suo epitaffio, Qui giace il pittore Giuseppe De Nittis morto a trentotto anni. In piena giovinezza. In pieno amore. In piena gloria. Come gli eroi e i semidei”.
Barletta e il mondo intero conservano ancora oggi il ricordo indelebile del suo immenso patrimonio artistico, in parte donato dalla moglie alla sua città natale e oggi visitabile all’interno di Casa De Nittis, il museo a lui dedicato nelle splendide sale di Palazzo della Marra.
Il suo occhio delicato e soffice si posava sui particolari, ritraendoli nel pieno della loro femminilità e delicatezza, attraverso raffinate indagini psicologiche dei suo personaggi. Gli autoritratti, pieni nel loro vigore, narrano di un Giuseppe mezzo uomo e mezzo dio, così come lo stesso Dumas lo descrisse e come a noi piace ricordarlo.