Mercurio, il pianeta più vicino al Sole, nella notte tra il 19 e il 20 ottobre presso il territorio della Guyana Francese. La Città della Disfida è stata infatti ben rappresentata dal giovane ingegnere aerospaziale, Valerio Quarto che, per l’occasione, è intervenuto ai nostri microfoni, riassumendoci il suo coinvolgimento nell’ultima operazione che andrà ad esplorare il Sistema Solare nell’arco di 7 anni.

valerio quarto

Valerio, puoi raccontarci come hai affrontato la missione BepiColombo e con che entusiasmo hai intrapreso questa avventura?

“Con grande entusiasmo e passione ho affrontato quello che è stato un percorso lungo ma, al tempo stesso, colmo di soddisfazioni. Mi sono laureato all’Università di Torino nel 2008 presso la facoltà di ingegneria aerospaziale. Non nascondo che, in un primo momento, il mio obiettivo fosse quello di essere ingaggiato per la costruzione di aerei, ma non ho voluto perdere questa possibilità. Sono un dipendente della Thales, un’azienda che si occupa della progettazione di alcune parti del satellite: siamo stati protagonisti nella seconda-terza fase del lavoro”.

La seconda-terza fase di un satellite è un percorso molto articolato. In cosa è consistita?

“Sì, indubbiamente è una fase molto complessa che, a sua volta, si articola in quattro parti: costruzione, prove, validazione e lancio. Quello che abbiamo portato a termine è un satellite di esplorazione, dotato d due orbiter molto stretti e che avrà come obiettivo quello proprio di esplorare Mercurio. Il fatto che sia un pianeta molto caldo, in quanto appunto stiamo parlando del corpo celeste più vicino al Sole, ha reso sicuramente il nostro lavoro molto lungo e articolato. Si costruisce un modello strutturale termico molto simile ad un modello di volo e che ha la peculiarità di non essere in serie, poi vengono effettuati dei test di sistema con il satellite che deve rispondere a delle sollecitazioni. Interessante è la parte in cui viene spostato in una camera che riproduce il termovuoto, cioè le condizioni atmosferiche che dovrà trovare una volta  arrivato nel sistema solare, poi inizia la fase di integrazione, viene sottoposto nuovamente a prove e poi viene validato”.

Un lavoro iniziato nel gennaio 2011 e che ti ha visto essere protagonista tra Italia, Olanda e Guyana Francese, prima appunto del 19/20 ottobre del 2018, quando appunto il satellite è ufficialmente partito in direzione Mercurio.

“Ho iniziato 7 anni fa questa operazione. Da gennaio del 2011 a marzo del 2013 infatti, siamo stati occupati nella fase STM, ovvero nella fase di costruzione del satellite, poi nel 2014 ho iniziato la fase di integrazione a Torino, che è la città in cui vivo. A questa sono seguiti, come ho detto in precedenza i diversi test per poi trasferirmi in Olanda per sottoporre l’elaborato al termovuoto. Le sfide tecnologiche di validazione sono durate circa quattro anni, prima del lancio nel territorio della Guyana Francese. E’ stato sicuramente un percorso che mi ha emozionato, sono davvero felice di aver contribuito alla riuscita di questo progetto. Nuove collaborazioni? Presto per parlarne, abbiamo appena finito un lavoro impegnativo, mi farò trovare pronto per il futuro. Colgo l’occasione per ringraziare la Thales Alenia Space per la fiducia che ripone in me”.

A cura di Giacomo Colaprice