Sono anni che torno sull’argomento: stavolta ho voluto seguire una via più pragmatica, che, in teoria, non si dovrebbe poter ignorare. Ormai un mese e mezzo fa ho scritto una lettera-denuncia per tentare di risolvere la grave problematica che rende inaccessibile in molti suoi spazi il Castello di Barletta. Ricordo che ho posto la questione anche durante la campagna elettorale di Mino Cannito, oggi sindaco, durante un incontro pubblico che mi ha dato buone speranze per la risoluzione rapida di questo assurdo problema; non riguarda me, non riguarda i disabili, non riguarda chi è su una sedia a rotelle, ma riguarda la cittadinanza intera e le prospettive per l’accoglienza turistica di tutti. Di seguito riportiamo il testo della lettera così come inviato alla segreteria del Sindaco, alla Commissione consiliare Cultura, alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, al Segretariato regionale del Ministero dei Beni Culturali. Nessuna risposta finora.

«Siamo a riferire una grave situazione d’illegalità: il castello di Barletta è per buona parte inaccessibile per la presenza di alcune barriere architettoniche. La non risolta fruizione libera dei diversi spazi dell’edificio storico risulta contraria ai principi espressi da diverse norme. Uno fra tutte: l’art. 24 della L. 104/92 riferisce l’obbligo per l’ente pubblico, in questo caso il Comune di Barletta, di garantire l’accessibilità in tutti gli edifici pubblici; naturalmente anche quelli di valore storico-artistico, certamente da trattare con maggiore cautela nella progettazione di soluzioni da condividere con la Soprintendenza territoriale ai Beni Culturali.

Nella struttura, centrale e ricca di servizi necessari alla vita comune cittadina, l’accesso al Museo Civico, ad esempio, sorge su di una ripida scalinata e non è presente l’ascensore; anche l’utilizzo dei sotterranei del castello, adibiti a spazio espositivo e che tende a esaltare ancora di più il valore storico-artistico del castello di Barletta, che ricordiamo essere di proprietà comunale; l’accesso alle sale lettura della biblioteca situate in uno dei bastioni, come tutta la parte superiore del Castello, sono strutture non consone alle norme di legge che prevedono l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi pubblici. Inutile ricordare quali danni comporta all’immagine turistica della città tale impedimento ad uno dei principali contenitori culturali del territorio. Ormai, la fruizione per disabili-turisti deve essere garantita per rispondere ad un indotto enorme che comprende anche le loro famiglie; inoltre l’accessibilità deve essere garantita anche per i non deambulanti temporanei, gli anziani, le mamme con passeggino.

L’ascensore sarebbe la soluzione migliore per risolvere il problema, e qualunque altra soluzione “tampone”, risulterebbe solo come una pezza a colori, che rimanderebbe un problema che necessita urgente soluzione nel senso della piena inclusività sociale. In molte strutture antiche d’Italia e d’Europa, gli ascensori sono parte dell’abbellimento del luogo, pensiamo al Museo Reina Sofia di Madrid dove sono parte integrante della facciata. Inoltre, un unico ascensore potrebbe risolvere l’accessibilità a tutti gli spazi sopra elencati.

Credo che le Istituzioni competenti, a cui rivolgo questa mia missiva, debbano intervenire al più presto, evitando facili “scarica barile” responsabilizzando ora l’uno ora l’altro di questa grave inadempienza. Come giornalista locale, disabile, cittadino di Barletta, ho più volte ribadito il problema attraverso articoli di stampa, rivolgendomi oralmente presso le istituzioni comunali che hanno attribuito le difficoltà alla Soprintendenza; ma, una rapida verifica informale mi ha informato sull’assenza di un concreto progetto che preveda la soluzione con ascensore nel castello di Barletta. Chiedo agli Enti territoriali di esprimersi su tale questione evidenziandone i motivi ostativi, nel caso ve ne fossero, e agli altri destinatari di mettere in atto le azioni concrete per addivenire ad un risultato. Ricordo anche che molte realtà viciniori hanno risolto problemi uguali in situazioni molto simili (es. castello di Trani).

Il “salto” deve essere prima di tutto culturale: le norme non devono essere più vissute come ‘vincoli’ ma come ‘opportunità’ utili a tutti. Certo di vostri riscontri, porgo i miei più cordiali saluti».