Barletta fu fedele agli ideali risorgimentali e unitari accogliendo nel 1866 tra le mura delle case private e negli accantonamenti frettolosamente preparati, migliaia di Camicie Rosse volontarie pronte a battersi per la Patria. La partenza dei barlettani ad ingrossare le truppe garibaldine, le glorie militari di Angelo Lacerenza nella campagna dei Mille al comando del Battaglione che prese il suo nome, la bandiera del 9°Reggimento Corpo Volontari Italiani restaurata da Monica Cannillo con il Nastro Azzurro del 10° Reggimento non sono che alcuni dei segni tangibili della partecipazione al Risorgimento Nazionale della Città della Disfida.
Al Castello, al Museo Civico, la mostra “Noi credevamo Barletta nel turbine del Risorgimento” intende valorizzare e promuovere senza retorica il ricco patrimonio di testimonianze di un periodo storico parecchio tormentato. La città, infatti, con Bari, Como e Varese fu scelta quale sede di inquadramento per la guerra all’Austria. Da ammirare l’allestimento organizzato dall’Amministrazione Comunale, dal Settore Cultura e curato dal professor Antonio Massimo Diviccaro.

Ritratti, manoscritti, lettere di Giuseppe e Menotti Garibaldi , la giubba rossa presumibilmente appartenuta al  barlettano Angelo Lacerenza non sono che alcuni dei pezzi pregiati esposti. Una mostra da visitare fino al prossimo 26 maggio e il cui titolo richiama il noto film di Mario Martone e gli slanci degli ideali della Meglio Gioventù degli anni Risorgimentali  tra Rivoluzionari e Cospiratori. Un periodo storico in cui Barletta non si tirò indietro.

Il servizio di news24.city