In una società ormai in preda al consumismo e allo spreco, sono sempre più coloro che hanno deciso di marciare in controtendenza, preferendo il riutilizzo, la reinterpretazione ed il riuso, per dare nuova vita a capi e oggetti ben conservati. È questa la filosofia che ha ispirato la nascita di C’era “ancora” una volta, il mercatino dell’usato per bimbi a Barletta in viale Dante Alighieri, 178/E, aperto da tre mesi, che sta registrando grandi successi e soddisfazioni.

Per capire cosa ispiri attività del genere e quali sono i principi che si portano avanti con la cultura del riutilizzo abbiamo intervistato Anna, titolare dell’attività, nonché mamma che, sin da subito, ha deciso di adottare la filosofia del riuso per la sua piccola e per se stessa, con risultati davvero soddisfacenti: risparmio e rispetto dell’ambiente.

La vendita e l’acquisto di oggetti usati, se conservati in buono stato, può essere davvero soddisfacente sia a livello economico che umano. Portare avanti un modello di conservazione e anti-spreco, sembra essere la strada scelta e preferita da numerose famiglie.

In che modo ha deciso di avviare la sua attività di mercatino? Cosa l’ha ispirata?

«Il mio progetto è nato dalla mia passione per i mercatini ed è lì che ho scoperto che tutto merita una seconda vita. Questa passione è diventata sempre più forte, tanto da convincermi che nella mia città mancasse la cultura dell’usato per bambini».

Siete aperti da circa tre mesi. Come sta rispondendo l’utenza barlettana?

«Barletta sta rispondendo molto bene alla nostra attività, i clienti sono entusiasti e in molti sono a complimentarsi per l’idea e l’organizzazione. Tutto ciò ci fa un enorme piacere».

Come si può vendere e/o acquistare nella vostra attività? Quali sono le regole da seguire?

«Innanzitutto chi ha intenzione di mettere in vendita la propria roba da noi deve procedere facendo una selezione a casa degli oggetti o degli indumenti e deve verificare che siano in perfetto stato per quanto riguarda i giochi devono essere funzionanti e senza pezzi mancanti. Poi in negozio facciamo un’ulteriore scelta perché vogliamo essere certi di dare il meglio per i bambini».

In che modo procedete con il pagamento della merce?

«Procediamo un po’ come tutti i mercatini. Lavoriamo in conto vendita, ovvero rimborsiamo il proprietario del bene nel momento in cui vendiamo la sua merce. Il guadagno si divide in parti uguali. In un ragionevole intervallo di tempo eventuali articoli invenduti, se concordato, verranno donati ai più bisognosi, perché ci piace contribuire anche a livello sociale».

Cosa rappresenta per voi questo progetto commerciale del mercatino?

«Per noi rappresenta la possibilità di allungare la vita degli oggetti, limitando così il consumo delle risorse del pianeta per la produzione di articoli nuovi. Perché sempre più persone hanno a cuore il rispetto dell’ambiente, ma non solo, acquistare in un mercatino dà la possibilità di risparmiare senza però rinunciare alla qualità. Il nostro motto è: chi compra risparmia, chi vende guadagna».