E ti vengo a cercare” è il titolo della Novena nel Presepe vivente a cura dell’Unitalsi di Barletta che sta prendendo vita in questi giorni prima di Natale, nella sede cittadina di via Mura del Carmine. Un’occasione per immergersi completamente nello spirito della festa, che l’Unitalsi della sezione cittadina ha voluto promuovere con lo scopo di consentire a chiunque di partecipare alla sacralità del Natale. Abbiamo intervistato Cosimo Cilli, responsabile dell’Unitalsi Barletta su questa iniziativa.

Il Presepe vivente a Barletta: come avete sviluppato questo progetto?

«L’Unitalsi è sempre alla ricerca di strumenti di preghiera per cercare Gesù, così in questo periodo natalizio e in questi giorni della Novena di Natale, abbiamo pensato di usare un Presepe non fatto di pupazzi ma di persone, in modo che noi stessi potessimo essere protagonisti di quest’esperienza. Non spettatori di una cosa statica ma protagonisti di una storia. Una storia che avviene ogni anno nelle liturgie ma che deve avvenire soprattutto nella nostra vita. “E ti vengo a cercare”, è un titolo studiato proprio per questo. Nella locandina con la quale abbiamo annunciato l’iniziativa abbiamo volutamente lasciato delle sagome bianche perché noi possiamo prendere il posto di quello spazio, quello spazio è nostro perché Gesù viene per noi, attraverso i malati, i disabili che incontriamo nei nostri pellegrinaggi a Lourdes, come saprete l’Unitalsi nasce a Lourdes proprio per dare quest’occasione di speranza. L’Unitalsi è così sempre alla ricerca di nuove occasioni per aspettare il Cristo. Gesù viene a Natale e noi l’aspettiamo come pastori intorno alla sua capanna».

Come hanno reagito coloro che frequentano e fanno parte dell’Unitalsi a quest’iniziativa?

«Si sono sentiti importanti, non essendo spettatori ma protagonisti, con la consapevolezza che Gesù viene per loro e che lo possono adorare come un donatore di speranza perché per i malati, per le persone in difficoltà, le parole di Dio, il Vangelo e tutto ciò che ci ha insegnato è motivo di speranza, consolazione, gioia. Questo è il lavoro che fa l’Unitalsi: trasformare il dolore in speranza. L’iniziativa è stata estemporanea, eravamo stanchi di stare di fronte ai pupazzi. Ci siamo detti se Cristo che viene è un Cristo vero, anche i pupazzi devono essere veri e ci siamo messi noi al posto dei classici pupazzi».

Fino a quando sarà attivo e visitabile il Presepe vivente?

«Abbiamo invitato la cittadinanza perché questa è un’occasione per ogni persona, per essere tutti coinvolti anche dal punto di vista sensoriale. Fa freddo e Gesù nacque al freddo, era in una capanna e anche noi abbiamo riprodotto il Presepe in una capanna. Tutta la cittadinanza può partecipare sino al 24 sera. Dalle 19:30 alle 21:00 siamo riuniti intorno alla grotta a pregare».