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Carmine Doronzo: «Diamo vita ad un “Davide” collettivo che sfidi i “Golia” della vecchia politica barlettana»

Intervista al consigliere comunale di Sinistra Unita

La situazione politica attuale a Barletta ed in Italia, la “questione” Sinistra Unita e quella relativa all’uscita dalla maggioranza, gli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere per provare a migliorare la città di Barletta. Di questo abbiamo parlato con il consigliere comunale di Sinistra Unita Carmine Doronzo, il più giovane dei 32 eletti nella scorsa tornata elettorale.

Consigliere Doronzo, partirei dagli ultimi due consigli comunali del 28 e 30 aprile. Che immagine ci lasciano della situazione politica barlettana?

«Un’immagine cupa e preoccupante. Ormai è noto da tempo chi fila e sfila la tela dell’amministrazione a proprio piacimento, sono gli stessi notabili della nuova maggioranza targata PD – Nuovo Centro Destra. Il “mestiere” è noto da tempo: prima fanno mancare i numeri in prima convocazione per lanciare segnali politicamente minacciosi e poi si presentano in seconda convocazione per far comprendere a tutti chi comanda veramente. Il tutto sulla pelle dei cittadini. Basti pensare alla bocciatura degli emendamenti da noi proposti sulla riduzione della TARI per le famiglie numerose e il restauro con fondi europei della palazzina di Villa Bonelli».

I banchi deserti del consiglio comunale del 28 aprile scorso poi rinviato in seconda convocazione al 30 aprile
I banchi deserti del consiglio comunale del 28 aprile scorso poi rinviato in seconda convocazione al 30 aprile

 

In due recenti interviste a noi rilasciate, il sindaco ha affermato di non aver estromesso nessuno dalla maggioranza mentre l’assessore Lanotte si è chiesto quale sia il reale motivo della vostra uscita. Cosa si sente di rispondere?

«Quando a Barletta si portano avanti battaglie politiche in nome della legalità, quando si “mette il naso” in questioni urbanistiche ed ambientali, quando si richiede di tutelare i lavoratori evidentemente si fa un torto a qualcuno. La loro ragione ufficiale è stata la necessità di formare una nuova maggioranza alla luce del nuovo quadro delle alleanze nazionali, ragione alla quale siamo stati sempre contrari perché offendeva il voto democratico espresso dei cittadini barlettani, ma evidentemente c’era anche la necessità di liberarsi di chi in più occasioni aveva criticato alcune delibere sospette della propria maggioranza. Non abbiamo potuto far altro che prenderne atto: d’altra parte con un sindaco che non rispettava il programma elettorale e con un PD che a livello nazionale stravolge la Costituzione, taglia fondi agli enti locali e consegna quotidianamente alla cronaca giudiziaria propri esponenti arrestati per reati commessi contro la pubblica amministrazione, e che a Barletta come altrove costruisce strane alleanze con pezzi del centro destra, non abbiamo davvero più nulla in comune».

Secondo lei, cosa non ha funzionato nella prima esperienza Cascella?

«Credo che dimessosi dopo pochi mesi l’ottimo prof. Ugo Villani, assessore alla legalità e alla trasparenza che dava lustro alla politica cittadina, sono venuti al pettine tutti i nodi di una giunta in gran parte inadeguata ad affrontare i problemi della città, trovatasi anche al centro di indagini giudiziarie. Alla sua guida c’era un sindaco impreparato a dare risposte certe ai cittadini e incapace di dare ascolto alle istanze che venivano da associazioni e movimenti. Spesso si rispondeva con arroganza ed utilizzando un “politichese” respingente nei confronti di tanta cittadinanza attiva e lontano anni luce dalle esigenze di partecipazione dal basso».

Come giudica quindi questa nuova giunta?

«A seguito della condivisione da parte di tutte le forze politiche della inadeguatezza della prima giunta comunale c’è stata una spartizione partitica che ha provocato più danni che benefici in quanto gli unici elementi che scuotevano l’opinione pubblica richiedendo interventi drastici sono rimasti immutati nel Cascella-bis. Alle accuse, giunte da più parti, di “familismo”, “incompatibilità” e “incompetenza” si sarebbe potuto rispondere con un nuovo corso politico che invece non si è visto.
A questo si aggiunga che dopo tre anni di amministrazione la tanto sbandierata “partecipazione”, con cui Cascella ci aveva convinti a sostenerlo, non c’è mai stata né ci sono segnali che vanno in tal senso, basti pensare alle modalità blindate con cui si costruisce il bilancio comunale nonostante da anni continuiamo a richiedere l’avvio di un “bilancio partecipato”».

Per Carmine Doronzo, il sindaco Pasquale Cascella ha deluso le aspettative

 

Anche in Sinistra Unita la situazione è in continua fibrillazione. Qual è la sua realtà dei fatti?

«C’è una sola realtà visibile a tutti: Sinistra Unita è un progetto in crescita che continua a riscuotere consensi e ad aggregare cittadini e tanti giovani su proposte concrete. Noi guardiamo avanti perché sappiamo che per un consigliere comunale perso per strada incontriamo altre decine di persone desiderose di dare il proprio contributo ad un percorso lungimirante e capace di mescolarsi con le buone esperienze politiche e civiche sia locali che nazionali. Questo è lo spirito che contraddistingue un gruppo di persone per bene che ancor prima che in consiglio comunale esiste e opera nella città reale».

Sinistra Unita, fibrillazione continua

 

Volendo entrare nello specifico della vostra azione politica. Quali sono i risultati che si sente di rivendicare e quali gli obiettivi che si prefigge seppur dall’opposizione?

«Forse servirebbe un’intervista specifica solo su questo punto ma volendo sintetizzare si possono citare i tanti risultati raggiunti per la cultura e la scuola pubblica con la VIII^ Commissione “Cultura e Pubblica Istruzione” che presiedo: la riapertura pomeridiana della biblioteca comunale, i fondi per l’acquisto di nuovi testi, gli interventi straordinari per l’acquisto di sedie e banchi per le scuole comunali, la sperimentazione del comodato d’uso gratuito per i libri di testo agli studenti con reddito basso, o la gratuità del trasporto pubblico per gli stessi.
C’è poi tanto lavoro avviato per il quale siamo in attesa di riscontri tecnici o votazioni consiliari: la piena fruibilità del palazzo San Domenico, i regolamenti sulla concessione in uso delle sale e degli spazi comunali e quello sulle nuove sedi per la celebrazione dei matrimoni civili, l’adeguamento di alcuni regolamenti comunali alle norme che contrastano il gioco d’azzardo patologico.
Guardando più ad ampio raggio alla nostra azione politica possiamo certamente rivendicare un apporto fondamentale nella adozione dei regolamenti sullo “ius soli” e sulle “unioni civili”.
Gli obiettivi da raggiungere per noi sono gli stessi di sempre, indipendentemente che ci si trovi in maggioranza o all’opposizione. Sono stato eletto per rispettare un programma elettorale e continuerò ad agire nell’interesse di quel programma. Chi non lo rispetterà, nonostante si chiami “maggioranza”, sarà di fatto all’opposizione degli interessi di Barletta.
Una grande importanza continueranno ad averla i temi ambientali. Abbiamo voluto l’avvio della raccolta porta a porta e non possiamo che ringraziare i cittadini barlettani per il grande risultato che si sta raggiungendo (nonostante il paradosso di un inceneritore nel pieno centro cittadino!), ma al tempo stesso chiediamo con forza dei miglioramenti sul servizio di raccolta e spazzamento in una città sempre più sporca, così come l’introduzione della tariffazione puntuale in linea con la strategia “rifiuti zero” per consentire a chi meglio differenzia di pagare meno la tassa sui rifiuti. Occorre intervenire seriamente e con tempestività sulla riduzione dell’inquinamento veicolare con un piano della mobilità sostenibile, così come servono interventi e fondi certi per il monitoraggio e la bonifica dell’aria e delle acque.
Tanto ci sarebbe poi da dire su innovazione, periferie, servizi sociali, turismo, lavori pubblici, ma rischieremmo di fare notte…credo sia più opportuno rivederci per fare una panoramica complessiva del nostro programma che si aggiorna ogni giorno con il contributo dei cittadini».

Tra i risultati raggiunti il consigliere Doronzo rivendica la buona riuscita della raccolta “Porta a Porta” della quale con Sinistra Unita è sostenitore della prima ora

 

Da dove deve ripartire secondo lei la sinistra italiana e barlettana in particolare?

«Il progetto della nascente Sinistra Italiana sarà vincente se terrà insieme innovazione politica, mutualismo, partecipazione, rappresentanza dei ceti meno abbienti, difesa della Costituzione, del lavoro, della scuola, dell’ambiente e dei servizi pubblici, il tutto senza tralasciare l’obiettivo di costruire una coalizione sovranazionale delle forze che si propongono in alternativa al modello capitalistico e tecnocratico dominante le cui commistioni politico-economiche stanno mettendo in ginocchio l’Europa.
Si può essere efficaci nel rivendicare un reddito minimo, un piano di investimenti straordinario per l’occupazione o una reale riconversione ecologica del sistema produttivo, salvaguardando ambiente e livelli occupazionali, se si è in grado di tenere insieme più piani della discussione, dal globale al locale. Bisogna sconfiggere gli ipertecnicismi funzionali alle lobby finanziarie che ci hanno regalato l’austerity e la crisi dello stato sociale e tornare ad avere una visione credibile e coerente del mondo. Per farlo serve mettere insieme persone credibili e coerenti, farle incontrare e discutere. È quello che, con fatica ma con ottimi risultati, stiamo provando a fare nella nostra città quando chiamiamo insieme cittadini comuni ed esperti ad esprimersi nel merito delle proposte che portiamo in consiglio comunale. Non ci accontentiamo di conoscere i problemi di Barletta, abbiamo l’ambizione di studiarne approfonditamente le cause e di trovare tempestivamente le giuste soluzioni fattibili e coerenti con i nostri valori.
Grazie a questo approccio riusciamo ad aggregare persone di diverse estrazioni, anche fuori dalla “solita sinistra”: è proprio questo il nostro scopo».

Il consigliere Doronzo in una recente iniziativa di Sinistra Italiana a Barletta

 

Da più parti si invoca un ricambio generazionale della classe politica barlettana. Intravede la possibilità che ciò avvenga a stretto giro di posta?

Questo cambiamento lo stiamo già costruendo da tempo fuori dal Palazzo, ma andiamo con ordine.
Innanzitutto dobbiamo porci il tema di un ricambio politico per Barletta. Da troppi anni la città è nelle mani di una classe politica logorata da trascorsi amministrativi e personali che imporrebbero una sostituzione immediata, un vero e proprio “anno zero”. Serve un risveglio collettivo, una nuova giovinezza prima di tutto civica e morale di un’intera comunità troppo spesso connivente con chi tiene in ostaggio la cosa pubblica.
C’è poi certamente un dato generazionale innegabile ma che non banalizzerei come una questione meramente anagrafica essendoci anche nell’attuale amministrazione molte figure apparentemente giovani ma “vecchie dentro”.
La questione è anche qui tutta politica: nel 2011, quando venivo eletto per la prima volta in consiglio comunale, avevo 25 anni ed ero il consigliere comunale più giovane. Oggi, alla mia seconda esperienza consiliare, ne ho 30 e continuo a mantenere questo primato. Il dato è preoccupante non tanto per l’elevata età media della classe politica locale, quanto per la scarsa capacità della stessa di rappresentare le nuove istanze sociali derivanti da una crisi economica che ha sottratto diritti e ha profondamente mutato tempi e spazi di vita soprattutto delle giovani generazioni.
Quando nel 2011 riuscivo a far finanziare in bilancio il Reddito di Formazione non stavo solo “rappresentando” un’istanza sociale e generazionale, la stavo di fatto “auto-rappresentando” nel senso che da studente universitario e precario portavo per la prima volta in consiglio comunale un punto di vista, maturato collettivamente e tra pari, che in altri tempi si sarebbe definito “di classe”.
Oggi chi può rappresentare al meglio le proposte emergenti per un welfare municipale per gli studenti, i precari, i coworkers, gli operatori sociali, culturali, turistici, le giovani partite iva, gli assunti col jobs act, se non coloro che vivono sulla propria pelle questi nuovi bisogni?
La sfida che stiamo lanciando per l’imminente futuro è quella di riuscire a mettere a sistema questi mondi particolari in una visione generale che guardi alla tutela dei beni comuni e alle istanze dell’intera città.
L’obiettivo è quello di dar vita a una nuova alleanza tra i protagonisti attivi del cambiamento politico, economico, sociale, culturale ed ambientale, la maggior parte dei quali sono giovani, politicamente preparati e molto competenti, come un “Davide” collettivo che non ha più paura di affrontare a viso aperto il “Golia” della vecchia politica barlettana».

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