Home Attualità Timac Agro, l’allarme dei lavoratori per il destino dell’azienda

Timac Agro, l’allarme dei lavoratori per il destino dell’azienda

Chiesto incontro al sindaco, domani sit-in a Palazzo di Città

La Timac Agro, azienda nel mirino delle associazioni ambientaliste

Si è tenuta lunedì 27 giugno l’assemblea di tutti i lavoratori della TIMAC AGRO di Barletta. L’ordine del giorno unico discusso è stato il provvedimento di sequestro del perimetro aziendale, da parte dell’autorità giudiziaria, anche se con facoltà d’uso per 90 giorni.

I lavoratori e le sigle sindacali dopo aver discusso in maniera approfondita il provvedimento della magistratura, vista la delicatezza della situazione hanno deciso di chiedere con urgenza un incontro al sindaco di Barletta, con l’obiettivo di capire  «come intende proteggere questi posti di lavoro, considerato che lo stesso ha emanato un suo comunicato, dopo il provvedimento di sequestro che, di fatto, significa la chiusura della realtà produttiva». Inoltre, i lavoratori hanno indetto un sit-in a Palazzo di Città per domani tra le 11 e le 13 per far sentire anche la loro voce al Sindaco.

«I lavoratori diretti e tutti quelli dell’indotto- affermano in una nota congiunta  i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil– sono consapevoli che questo provvedimento può comportare il licenziamento di tutti, con la drammatica conseguenza per le loro famiglie. Qualche pifferaio dice che i lavoratori non corrono nessun rischio, niente di più falso: dopo i 90 giorni scatteranno inevitabilmente i provvedimenti di licenziamento per tutti i lavoratori di quella fabbrica, a meno che non ci sia la revoca del provvedimento di sequestro.

Suscita perplessità quello che il provvedimento del magistrato richiede, nonostante i carotaggi sembrano dimostrare l’estraneità della TIMAC all’inquinamento della falda, si individua e penalizza solo l’azienda che più di ogni altra si è messa fin da subito a disposizione degli Organi Istituzionali e Tecnici per accertare le responsabilità dell’inquinamento dell’aria e della falda.

Nel frattempo l’azienda ha quasi del tutto eseguito le prescrizioni richieste per la messa in sicurezza operativa da parte dell’ARPA e della ASL, nelle varie conferenze di servizi succedutesi. Il polverone che da qualche tempo si è alzato sulla vicenda, ci sembra pertanto del tutto strumentale, poiché l’area individuata, e l’azienda in questione, è sempre stata coinvolta in passato, ma sospettiamo anche nel presente, in vicende ed appetiti di molti palazzinari o altre forze interessate a cementificare lucrando sull’area interessata.

I lavoratori hanno il massimo rispetto dell’operato della magistratura, sensibili ai problemi ambientali della cittadinanza ed anche per sé stessi, perciò vogliono che siano salvaguardate tutte le condizioni di salute e sicurezza del sito e dell’area in questione, per questo chiedono al capo della Procura di Trani di seguire personalmente questo provvedimento di sequestro e di tener conto anche dei devastanti effetti che a breve potrebbe avere sui livelli occupazionali.

Nel contempo vorremmo evidenziare all’opinione pubblica, non solo che ci è molto difficile capire che una massa di materiale inerte, (Pirite) sotto un manto di asfalto, possa provocare danni alla salute e all’ambiente di Barletta, (così sembra emergere dalle nostre informazioni), noi come sindacato e lavoratori, chiediamo a tutte le istituzioni che siano fatti carotaggi a mare dall’ISPRA, per capire qual è la portata dell’inquinante come fonte di danno per il tratto di balneazione interessata, e se ci sono rischi per i bagnanti in quel tratto di mare».

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